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Attualità

Danni da vaccini: sentenza storica della Corte di Giustizia Europea

Published by
Valentina Colmi
vaccini

Non si fa in tempo a parlare di vaccini che già la parola accende un putiferio: dopo il decreto diventato legge voluto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, si è aperto un nuovo capitolo sulla vicenda, che di certo non faciliterà il già pesante divario tra vaccinisti e no-vax.

Nel momento in cui subentra la Giustizia, infatti, bisogna stare attenti: si creano dei precedenti a cui possono attaccarsi coloro che non sono favorevoli ai vaccini. La sentenza è stata promulgata dalla Corte Europea e per certi versi è storica: si parla di vaccini difettosi.

Danni da vaccini:  possono bastare indizi gravi, precisi e concordanti

La Corte di Giustizia Europea infatti ha sentenziato, in risposta alla richiesta della corte di cassazione di Parigi, che non è più indispensabile la certezza scientifica per provare i danni da vaccino in caso di difetto dello stesso.

E’ sufficiente che ci siano:

  • indizi “gravi” come l’assenza di precedenti familiari
  • e un numero significativo di casi dovuto alla somministrazione da vaccino

Il giudice in mancanza di prove certe  e inconfutabili “può concludere che sussistono un difetto del vaccino e un nesso di causalità tra quest’ultimo e una malattia sulla base di un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, qualora tale complesso di indizi gli consenta di ritenere, con un grado sufficientemente elevato di probabilità, che una simile conclusione corrisponda alla realtà“, si legge su LaStampa.

I giudici di ogni stato Europeo devono però sincerarsi che “gli indizi prodotti siano effettivamente sufficientemente gravi, precisi e concordanti da consentire di concludere che l’esistenza di un difetto del prodotto appare, tenuto altresì conto degli elementi e degli argomenti presentati a propria difesa dal produttore, la spiegazione più plausibile dell’insorgenza del danno”.

Se gli indizi quindi sono

  • gravi
  • precisi
  • concordanti

può anche mancare il consenso scientifico.

La sentenza si riferisce a un caso di alcuni anni fa che vedeva coinvolto un giovane sottoposto al vaccino contro l’epatite B. Dopo qualche tempo cominciò a presentare dei disturbi e nei primi anni 2000 gli venne diagnosticata la sclerosi multipla.

L’uomo – che nel frattempo è venuto a mancare nel 2011 – e la sua famiglia avevano intentato una causa contro la Sanofi Pasteur, la casa farmaceutica, che produceva il vaccino, per affermare i danni subiti.

Nel caso di specie, viene fatto riferimento, in particolare – scrivono i giudici – alle eccellenti condizioni di salute pregresse del sig. W, alla mancanza di precedenti familiari e al collegamento temporale tra la vaccinazione e la comparsa della malattia“.

Nonché all’esistenza di un numero significativo  di casi simili.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con gli ultimi dati sui danni da vaccini.

Valentina Colmi

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