Unimamme, forse avrete già sentito parlare di Lotus Birth. Si tratta della mancata recisione del cordone ombelicale e quindi placenta e annessi fetali rimangono attaccati al piccolo anche dopo il secondamento.
In Italia, ultimamente, sono aumentate le richieste per un tipo di nascita di questo tipo, alcuni ospedali la consentono mentre altri stanno ancora valutando.
La Società Italiana di Neonatologia esclude però la possibilità di effettuare questa pratica nel nostro Paese per diversi motivi.
Come forse già saprete il Lotus Birth prevede che il neonato rimanga attaccato al cordone ombelicale. Pochi giorni dopo la nascita il cordone si separa in modo naturale dall’ombelico del bambino (in media ci vogliono 3-4 giorni).
Il distacco avviene quando entrambi hanno terminato il loro rapporto e ritengono sia giunto il momento della separazione.
Durante tutto questo periodo la placente viene sempre trasportata insieme al neonato, conservata in un sacchetto di plastica o in una bacinella. A volte viene cosparsa con sale grosso per favorirne l’essicamento o viene posta qualche goccia di olio profumato per mascherare il cattivo odore.
Secondo i fautori di questa pratica si tratta di un modo più dolce, sensibile e rispettoso di entrare nella vita.
Alcuni importanti ospedali italiani a cui è stata effettuata la richiesta di eseguire la procedura hanno ritenuto che questa non possa essere effettuata perché non consente il rispetto delle norme igienico sanitarie, perché il rischio infettivo è reale.
Inoltre la placenta non può essere trasportata fuori dall’ospedale perché è un rifiuto speciale.
Unimamme, voi cosa ne pensate di queste osservazioni sulla Lotus Birth prodotte dalla Sin?
Voi vorreste un parto di questo tipo?
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