Unimamme, oggi vogliamo parlarvi di un’incredibile storia che forse potrà portarvi un po’ di speranza.
Imma e Giacinto sono una coppia di sposi che hanno deciso di portare avanti la gravidanza di una bimba le cui condizioni erano incompatibili con la vita.
Nel 2013, dopo la nascita del primogenito, arrivato dopo diversi aborti spontanei, Imma è rimasta nuovamente incinta.
Alla 12° settimana il medico si accorse che c’era qualcosa che non andava, la piccola era affetta da acrania, una patologia incompatibile con la vita dal momento che non consente la corretta formazione della calotta cranica.
Il medico propose loro l’aborto terapeutico, ma la coppia decise di rifiutare e portare avanti la gravidanza.
La condizione della piccola era così grave che c’era comunque il rischio di un aborto spontaneo. Per superare quei momenti Imma si è aggrappata alla sua fede.
La gravidanza di Imma procedeva bene, non vi erano le complicazioni più comuni che si riscontrano solitamente nei casi come quello di questa mamma.
Successivamente il ginecologo le ha consigliato di rivolgersi a una struttura che potesse seguirla nelle sue necessità e così Imma ha trovato la Comfort Care dell’Ospedale Evangelico Villa Betania, a Napoli, un luogo dove le coppie che desiderano accogliere un “feto incompatibile con la vita” vengono seguite e assistite.
La sua scelta ha trovato però alcuni ostacoli, il primario di ginecologia, per esempio, l’ha accusata di essere un’egoista perché voleva mostrare la figlia ai parenti. Secondo lui Imma non avrebbe dovuto fare niente del genere perché la bimba sarebbe nata come un mostro.
Imma però gli ha risposto così: “dottò sentite, il mio desiderio è questo. Voglio far conoscere nostra figlia, ma non vi preoccupate che se pure dovesse nascere bruttissima o mostruosa come dite voi, nessuno di noi la guarderà con i vostri occhi, sicuramente verrà guardata con gli occhi dell’amore e tutta questa bruttezza passerà“.
Imma inoltre ha richiesto che non venisse praticato alcun accanimento terapeutico sulla figlia.
A sostenerla, nei mesi della gravidanza è stata tutta la sua famiglia e il suo gruppo di preghiere.
Così la piccola Martamaria è venuta alla luce nel gennaio del 2014 piangendo e respirando da sola: “il suo pianto fu un inno alla vita!”
Imma ha anche potuto allattare la figlia che è vissuta fino a 5 giorni.
“Non è vero che questi bambini non sentono nulla, che non provano nulla” dichiara la mamma della bimba “ogni volta che me la portavano gelata e debole appena la prendevo in braccio e la stringevo al petto si rianimava“.
La sera del 5° giorno però la mamma ha capito che c’era qualcosa che non andava, per cui ha chiamato il marito.
“Finalmente trovai la forza per dire a nostra figlia che io e il suo papà eravamo pronti, che poteva andare perché noi eravamo felici di averla conosciuta e amata, che ringraziavamo Dio di averla avuta per 5 giorni”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa toccante storia riportata su Aleteia?
Noi vi lasciamo con la storia di un altro piccino dichiarato incompatibile con la vita, ma che ha vissuto per 85 ore contro il parere dei medici.
Le donne di casa Klum si prestano come testimonial per Intimissimi: da nonna Erna a…
Come scegliere i nomi per gemelli: una guida pratica per i genitori che stanno per…
Che Pia Fico Balotelli abbia preso dal padre Mario, attualmente attaccante del Genoa? La sua…
Introduzione al mondo delle notizie per i bambini: come fare a mostrare loro il mondo,…
In base al tipo di lavoro che fate (o allo stato della gravidanza) potreste dovere…
Seggiolino in auto obbligatorio per i bambini: ecco cosa dice il Codice della Strada (e…