La Corte Europea per i diritti umani ha dato il suo responso circa la sorte di un bimbo che ci sta molto a cuore.
Stiamo parlando del piccolo Charlie Gard, un piccolino nato con una rarissima malattia genetica: la sindrome di deperimento mitocondriale.
I suoi genitori, Chris e Connie hanno perso il loro appello presso la Corte di Strasburgo per portare il figlio in America e sottoporlo a un trattamento sperimentale.
Forse ricorderete che Charlie è nato il 4 agosto 2016, per i primi due mesi è stato bene, poi ha cominciato ad accusare i sintomi della rarissima malattia di cui soffrono solo 16 persone al mondo.
Da quel momento il piccolo è rimasto in ospedale, intubato, attaccato a delle macchine che gli garantiscono la vita.
I genitori però non si sono mai arresti e hanno organizzato una raccolta fondi per cercare una cura in America. In totale sono stati raccolti 1,3 milioni di sterline che potrebbero garantire il trasporto Oltreoceano e le terapie.
Durante questi mesi Chris e Connie hanno anche pubblicato immagini di bambini che hanno ricevuto notevoli benefici dal trattamento sperimentale americano e mostrato foto in cui il loro bimbo apriva gli occhi, mentre nella sentenza non è stato riportato niente di tutto ciò.
I medici però la pensano molto diversamente. “La malattia ha avuto effetti sul cervello e sono così estesi che ormai è sotto completa dipendenza dal ventilatore meccanico. Non è una situazione tollerabile in cui lasciare vivere un bambino” ha raccontato uno dei medici.
Precedentemente l’Alta Corte aveva dato ragione ai medici che volevano staccare la spina a Charlie, nel frattempo era stata attivata una petizione che aveva raccolto 83 mila firme per chiedere l’intervento del premier britannico Theresa May.
Infine è giunta l’ultima sentenza da Strasburgo in cui si legge che “proseguire il trattamento arrecherebbe un danno significativo a Charlie“, “il bambino è esposto a continue sofferenze”.
In merito al possibile trasferimento in America la corte di Strasburgo si è pronunciata contraria perché le cure non hanno “prospettive di successo e non offrirebbero alcun beneficio”.
“Abbiamo il cuore completamente spezzato ” hanno scritto la mamma e il papà di Charlie sulla loro pagina Facebook “Non ci è permesso di scegliere se nostro figlio vivrà e non ci è permesso di scegliere quando e dove Charlie morirà”.
I macchinari che tengono in vita il bambino saranno staccati domani presso l’ospedale Great Ormond Street Hospita, dove è ricoverato.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa triste storia?
Voi lascereste provare un ultimo tentativo ai genitori?
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