Unimamme, forse avrete provato anche a voi a cercare di interpretare alcuni comportamenti dei vostri bimbi di 2-3 anni, ma senza successo.
Alcuni esperti hanno provato a decifrare il significato dietro i capricci più comuni dei bambini e il loro linguaggio del corpo.
1- “Non vuole guardarti negli occhi”, traduzione: “sono imbarazzato“
Quando i bambini evitano lo sguardo stanno comunicando che sono sopraffatti e hanno bisogno di una pausa dall’essere al centro dell’attenzione. Intorno ai 2 anni i bambini acquistano la consapevolezza della vergogna. Per esempio una bimba sa che sei arrabbiata perché ha rapito di nuovo il pupazzo del fratello. “Quando un bimbo si rifiuta di guardarti vuol dire che capisce che le sue azioni possono averti delusa” dichiara la psicologa Kristin Lagattuta.
CONSIGLIO: usate frasi brevi come “non strappiamo i libri”, ” non spingiamo” e offrite un modo per mettere a posto le cose: come mettere dello scotch sul libro o dare un abbraccio a un amico. “Fagli capire che tutti fanno errori qualche volta ma è importante che faccia il passo successivo per rimediare al danno”.
2- “Vuole portare tutti gli animali a letto con lui”: traduzione “sono spaventato“.
Fino a poco tempo fa il piccolo stringeva la sua coperta e dormiva profondamente, ora richiede così tanti oggetti con cui dormire di notte da sembrare un progetto di arte moderna. “Questa è l’età in cui la fantasia di un bimbo prende il sopravvento, comincia ad avere incubi e a popolare l’armadio di mostri” dichiara Kerstin Potter, direttrice di un programma educativo dedicato all’infanzia. “Tenere oggetti famigliari vicini rende tuo figlio più sicuro quando si sveglia nel cuore della notte”.
CONSIGLIO: per i piccoli di 2 anni i mostri esistono davvero ed è inutile che mostriate che non c’è nessuno nell’armadio. “Penseranno che voi non riuscite a vedere i mostri” dichiara Potter. Lasciate che i bambini si circondino delle cose che gli danno conforto. Se temete che si alzino dal letto chiedete quali animali e libri vogliono tenere a letto quella notte.
3- “Solleva la maglietta sopra la testa quando incontra una persona nuova”, traduzione: “sono ansioso“.
Pensate all’ultima volta in cui avete partecipato a un evento sociale dove non conoscevate nessuno Probabilmente avrete parlato tra di voi “va bene stare fuori con altri adulti, oh lei sembra forte. Mi piace il suo top, magari camminerò fin lì e le parlerò”. Nel frattempo prenderete un bicchiere di vino per avere qualcosa da fare con le mani. Il comportamento del vostri bimbo è uguale al vostro “il vostro bambino non è in grado di gestire la sua irrequietezza quindi negozia in modo sensoriale e in modo fisico” dichiara la pediatra Lisa Nalven. “Alcuni bimbi masticheranno la maglietta e altri daranno uno strappo ai pantaloni, altri si aggrapperanno alle vostre gambe, si succhieranno il dito, si butteranno al suolo o nasconderanno il volto”.
CONSIGLIO: cercate di farlo uscire dal suo guscio “i bambini piccoli guardano i genitori per avere indizi su come reagire alle situazioni nuove“, quindi mostratevi rilassati, sorridete e dite: “buongiorno” a date una stretta rassicurante ai bimbi. Lasciategli sapere che intorno a loro è sicuro e amichevole.
4- “si nasconde dietro un mobile quando l’ha fatta nel pannolino”, traduzione: “voglio privacy“.
Questo vuole dire due cose: il bimbo ha bisogno urgente di farla e secondo ha notato che gli adulti svolgono l’atto in privato. Questi sono segnali positivi che il piccolo è pronto per il vasino. Fate attenzione però, se al piccolo non importa sedere con il pannolino pieno di cacca allora vuole dire che non è ancora pronto. La maggior parte dei bambini mostrano interesse nell’usare il bagno tra 2 e 3 anni.
CONSIGLIO: incoraggiate la ricerca di privacy, guidatelo in bagno. “già introdurre il bimbo nella stanza giusta è un passo in avanti, ma non fategli pressione per il vasino”.
5- “Si trasforma in una peste, tirando cibo e giochi” traduzione: “mi sento infelice“.
In questo caso è importante sapere che il suo comportamento pestilenziale è dovuto alla situazione presente e non un segno che la sua personalità è cambiata. Quando i bimbi di quell’età fanno i capricci vuol dire che sono stanchi, sono annoiati, hanno bisogno di attenzione.
CONSIGLIO: cercate di capire cosa sta accadendo, se sta facendo una scenata, se ha fallito coi Lego o di giocare insieme o è diretto fuori dal parco per un cambiamento di scenario. Un momento di pausa dovrebbe essere una buona idea “i bambini devono capire che ci sono strade migliori per catturare la vostra attenzione di fare i capricci” dichiara il dottor Nalven. Potete mettere il bimbo in “pausa” per due minuti, farlo sedere da solo in un posto che è noioso in modo da rendere chiare che non apprezzerete un comportamento inappropriato.
6- “Fa i capricci mentre state tagliando le fragole che aveva chiesto” traduzione: “le voglio adesso“.
I bambini sono nati impazienti per questioni di sopravvivenza. Si lamentano e si lagnano per essere subito sfamati. Bisogna cambiarli subito, coccolarli subito. L’incapacità di fermarsi, sebbene stiano crescendo alla velocità della luce significa che è ancora nei primi anni dell’infanzia. La corteccia prefrontale, la regione responsabile per l’autocontrollo inclusa la capacità di gestire il ritardo nell’incontrare i bisogni, comincia a svilupparsi tra i 2 e i 7 anni.
CONSIGLIO: non assecondate i capricci dei bambini. Spiegate che avete sentito la richiesta e che avrà ciò che vuole il più presto possibile. Poi iniziate gradualmente a prolungare il tempo per esaudire le sue richieste, spiegate al bimbo i passi che state compiendo. “La mamma sta lavando i piatti, si sta asciugando le mani e sta versando un po’ di succo di frutta“. In questo modo insegnerete ai bambini la pazienza.
7- “Il bimbo strilla: “no, è la mia mamma” quando gli altri bambini ti si avvicinano” traduzione: “prestami più attenzione“.
Questo comportamento appiccicoso significa che il tuo bambino sente di non aver abbastanza da te, specialmente se lavori molto e hai appena accolto un nuovo bimbo. In assenza di questo vuol dire che il tuo piccino sta sviluppando la consapevolezza di sé. La fase “è mio, è mio” è noiosa ma positiva, vuol dire che il bimbo sta facendo progressi nello stabilire chi è come persona. “A questo stadio l’immagine di sè è legata alle cose che hanno più valore per lui e la mamma è lì.”
CONSIGLIO: abbracciate il bimbo e ditegli che siete la sua mamma e gli volete bene. Usate questo come momento di condivisione “Sono la tua mamma, non di B. ma posso essere gentile con gli altri bimbi e dire ciao“.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questi suggerimenti raccolti da Parent?
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