Cercando in rete, abbiamo ritrovato la stessa lettera su vari blog, sempre in italiano e sempre senza autore. Non soddisfatti, abbiamo cercato alcuni termini in inglese e finalmente abbiamo trovato l’autrice di questa lettera.
Lei è Alethea Mshar, una mamma di 4 figli, di cui due con la Sindrome di Down (l’ultimo, Ben, è stato adottato) e una scrittrice.
Alethea, che tiene anche un blog “Benswritingrunningmom” , e che scrive su TheMighty, un portale unico nel suo genere perché raccoglie le storie e i contributi di famiglie con figli con bisogni speciali, ha scritto una bellissima lettera indirizzata alle mamme come lei.
Eccola tradotta per voi dall’originale:
“Cara mamma speciale che si sente invisibile
Voglio che tu sappia che io ti vedo.
Ti vedo portare tuo figlio in terapia, mentre i tuoi amici portano i loro figli alla Little League (scuola di baseball).
Ti vedo scappare dalle conversazioni in cui i tuoi amici si congratulano a vicenda per il raggiungimento delle tappe di crescita e dei voti dei propri figli.
Ti osservo mentre fai il giocoliere tra appuntamenti e incontri.
Ti vedo seduta per ore al computer a fare ricerche sulle cose necessarie a tuo figlio.
Ti vedo assumere una brutta espressione sul tuo viso quando senti le persone che si lamentano per stupidaggini.
Ti vedo sparire poco a poco, ma continui a correre ancora per la tua famiglia.
Ti vedo scavare in profondità nella forza che non sognavi di avere.
Ti vedo mostrare rispetto verso le maestre, terapisti e professionisti della salute che giorno dopo giorno aiutano tuo figlio con te.
Ti vedo alzarti presto la mattina e fare tutto di nuovo, nonostante un’altra notte caotica.
Ti vedo quanto ti attacchi alla fine della tua corda e tieni duro.
Lo so che ti senti invisibile, come se nessuno ti notasse. Ma io voglio che tu sappia che ti noto. Ti vedo avanzare implacabile. Ti vedo che continui a scegliere di fare tutto ciò che è in tuo poter per dare a tuo figlio la cura migliore possibile a casa, a scuola, in terapia e dal dottore. Quello che fai conta. E ne vale la pena.
In quei giorni in cui ti chiedi se puoi resistere un altro minuto, voglio che tu sappia che io ti vedo. Voglio che tu sappia che sei bella. Voglio che tu sappia che ne vale la pena. Voglio che tu sappia che non sei sola. Voglio che tu sappia che l’amore è la cosa più importante e che tu in questo sei eccellente.
E in quei giorni in cui tu fai scoperte fondamentali, quei momenti in cui il duro lavoro ripaga e assapori il successo, anche io ti vedo e sono fiera di te. Comunque vada la giornata oggi, tu vali, sei brava e io ti vedo.”
Questa lettera, tradotta e leggermente modificata in italiano, come detto prima, sta circolando e ricevendo moltissimi apprezzamenti. Perché? Sicuramente perché aumenta la consapevolezza delle persone sulle difficoltà che possono incontrare i genitori con figli disabili o malati, e perché è una lezione utile a farci maggiormente apprezzare ciò che si ha e a lamentarsi meno.
E’ questo il motivo per cui abbiamo deciso di condividerla, non senza però aver prima trovato l’autrice.
E voi unimamme, che ne pensate di questa lettera? La dedichereste a qualcuno?
Vi lasciamo con un’altra testimonianza di una mamma che chiede di non escludere suo figlio.
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