Spesso i bambini non ascoltano quello che gli viene detto. E i genitori perdono la pazienza. Un copione molto comune, che fa parte del normale rapporto genitori figli. Di solito, tra conflitti più o meno grandi, il problema di risolve. Se i genitori riescono ad imporre la loro autorevolezza, i bambini alla fine cedono. Il più delle volte, infatti, si tratta solo di piccoli capricci o di stratagemmi per attirare l’attenzione.
Non sempre però è così. Ci sono bambini molto ostinati, che al di là di capricci momentanei e stanchezza, sono dei tenaci oppositori dei genitori. Non ascoltano e non fanno quello che gli viene chiesto. Sono irremovibili, con il rischio di mandare fuori di testa mamma e papà. Quando questo accade, però, non è un male, anzi. Secondo la scienza è una circostanza positiva.
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Bambini che non danno retta ai genitori una cosa positiva? C’è da farsi venire un infarto. Eppure una spiegazione razionale c’è.
Secondo la dottoressa Deborah MacNamara, direttrice di un consultorio e centro per famiglie negli Usa, l’inclinazione ad opporsi a qualcosa o qualcuno è una caratteristica che ognuno di noi ha fin dalla nascita. Conosciuta come contrapposizione (counterwill), si tratta di un concetto studiato dallo psicanalista viennese Otto Rank, uno dei più assidui allievi di Freud.
E’ un istinto che hanno sia i bambini che gli adulti e che porta a resistere, contrastare e opporsi a qualcosa o qualcuno, ogni volta che ci si sente “controllati o costretti”.
Si tratta, in sostanza, di una affermazione di personalità. Ecco perché è positivo che i bambini ce l’abbiano. Certo, magari non con i genitori.
Questo istinto di opporsi a qualcosa che si sente contro la propria volontà è una misura auto protettiva. Una specie di istinto di sopravvivenza.
“I bambini sono predisposti ad essere guidati dalle persone a ci sono attaccate” spiega MacNamara. Questa circostanza li spinge a resistere alle persone a cui non sono legati. Allora perché i bambini non ascoltano i genitori? Anzi spesso fanno dei capricci assurdi pur di non fare quello che gli si è appena chiesto? È presto spiegato. I bambini sono degli individui ancora in formazione, che devono imparare a gestire gli impulsi. E spesso il l’istinto di fare quello che vogliono è più forte del desiderio di seguire i genitori.
Da un punto di vista dello sviluppo, la forza di volontà di un bambino è importante, perché lo aiuta a formare le sue opinioni e la sua identità. Pertanto, paradossalmente, più un bambino non ascolta i genitori e fa come vuole, imponendo la sua volontà, più ha una identità forte.
Per i genitori però è una lotta continua. Avere un figlio che si oppone a tutto può essere davvero estenuante.
Poi c’è il problema dell’educazione. I bambini devono imparare ad ascoltare, a rispettare l’autorità e a fare quello che gli si chiede. Indipendentemente dalla personalità forte.
In questo frangente entra in gioco il genitore e il suo ruolo di educatore. Spesso la contrapposizione e i capricci dei nostri figli dipendono anche da come reagiamo di fronte al loro rifiuto. Se la nostra reazione sarà negativa non otterremo nulla, anzi il bambino tenderà a sfidarci e alla fine il rapporto potrebbe risentirne.
Bisogna cercare di mantenere la calma ed evitare il conflitto, affrontando il problema con spirito positivo. Per prima cosa occorre focalizzare sulla relazione: guardarlo negli occhi, sedersi, prendersi le mani.
Occorre poi essere chiari, spiegare bene ai nostri figli cosa chiediamo loro, cosa devono o non devono fare, e accertarci che abbiano capito. Bisogna parlare guardandoli negli occhi, dare loro una carezza o una piccola pacca sulla schiena per incoraggiarli. Evitate, invece, di urlare le vostre richieste, magari da un’altra stanza.
La sfida è non prenderla sul personale, ma anzi aspettarsi la reazione e agire di conseguenza.
Importante è anche lasciare abbastanza spazio per le loro iniziative, se i bambini sono abbastanza grandi.
Se nonostante le vostre spiegazioni e richieste – mettere a posto i giocattoli, infilarsi le scarpe pesanti ecc – i vostri figli si fiutano di fare quello che avete chiesto loro, cercate di spiegare, sempre in modo positivo, il motivo della vostra richiesta. Tipo: se non metti le scarpe prenderai il raffreddore.
Se i bambini continuano a rifiutarsi, il consiglio della psicologa Erica Reischer è di lasciare che le conseguenze si verifichino, purché ovviamente si tratti di conseguenze non gravi. In questo modo i bambini impareranno che quello che fanno o non fanno ha degli effetti (per esempio i giocattoli che si bagnano e si rovinano perché lasciati fuori sotto la pioggia).
Se non si possono far accadere le conseguenze naturali di un evento, occorre comunque essere fermi. Infliggendo se è il caso un castigo.
Voi unimamme che ne pensate di questi consigli? Li ritenete utili? I vostri figli vi sfidano=
Vi ricordiamo il nostro articolo su come educare i bambini al rispetto.
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