Allarme nel Regno Unito per boom di gravidanze indesiderate. Ma quello che è più assurdo è che rimangono incinte anche donne che fanno uso di anticoncezionali. Come è possibile? Lo spiega una ricerca.
Gravidanze indesiderate e aborti al limite di legge: il caso inglese
In Gran Bretagna c’è un’esplosione di gravidanze indesiderate anche tra le donne che fanno uso di anticoncezionali. Un’esplosione di fertilità? No, ma un uso non coretto degli anticoncezionali.
È quanto ha stabilito una ricerca condotta dalla British Pregnancy Advisory Service (BPAS), una rete di cliniche del Regno Unito che si occupa di informazione e assistenza alle donne in tema di educazione sessuale, gravidanza e salute riproduttiva.
Raccogliendo i dati presso le proprie strutture, il BPAS ha constatato un incremento notevole di gravidanze indesiderate anche tra le donne che fanno uso di contraccettivi.
Queste donne non si accorgono della gravidanza per mesi e poi si presentano presso le cliniche BPAS per avere una interruzione di gravidanza sulla soglia del limite legale di 24 settimane.
Solo nel 2016 nel Regno Unito si sono verificate 14.000 gravidanze indesiderate tra le donne che fanno uso di contraccettivi. Circa 1 su 4, tenendo conto del campione di oltre 60.000 casi che si sono avuti nel 2016 presso le cliniche BPAS.
I casi di gravidanza indesiderata si sono verificati tra le donne che usavano metodi contraccettivi come
- la pillola anticoncezionale,
- il cerotto,
- l’anello vaginale
- e perfino i dispositivi intrauterini (spirale), che dovrebbero essere quelli più sicuri, con la loro contraccezione di lunga durata.
L’inefficacia di questi strumenti è presto spiegata. Secondo gli esperti di BPAS le donne, soprattutto giovani, tendono a sopravvalutare l’efficacia degli anticoncezionali, che non sono mai sicuri al 100%. Inoltre, il più delle volte gli anticoncezionali non funzionano a causa del loro uso non corretto:
- dimenticare di assumere la pillola con regolarità,
- un uso non corretto dell’anello vaginale
- o un inserimento sbagliato della spirale (ma questo non dipende dalla donna).
Succede così che le donne non si accorgono che gli anticoncezionali non funzionano e pensando di essere protette ignorano o non prendono in considerazione i primi sintomi della gravidanza. Accade così che si accorgono molto tardi di essere incinte e quindi che si presentino presso le cliniche BPAS per chiedere l’interruzione di gravidanza quando sono già oltre le 20 settimane di gestazione, appena nei limiti di legge che nel Regno Unito sono di 24 settimane.
Paradossalmente se queste donne non avessero fatto uso di anticoncezionali si sarebbero presentate prima alle cliniche BPAS, perché avrebbero prestato più attenzione alle conseguenze dopo il rapporto sessuale.
BPAS ha accertato che ogni anno 9 donne su 100 che usano la pillola rimangono incinte, così come 6 su 100 che fanno ricorso all’iniezione contraccettiva.
Invece tra le donne che usano la spirale, 1 su 100 rimane incinta.
Perfino l’impianto contraccettivo ormonale sottocutaneo ha percentuali di fallimento, anche se minime. L’impianto non funziona se non è inserito correttamente o se la donna era già nelle primissime fasi della gravidanza quando le è stato applicato.
Il fallimento degli anticoncezionali è quindi dovuto oltre che alle percentuali naturali di rischio anche al loro cattivo utilizzo da parte delle donne. Distrazione, superficialità, dimenticanze possono giocare brutti scherzi.
Ci sono poi le donne che rimangono incinte senza accorgersi mentre allattano il figlio appena avuto. Questo accade perché hanno le mestruazioni irregolari, che l’allattamento può provocare, quindi pensano di avere il ciclo e non essere incinte. L’allattamento al seno può avere un’efficacia anticoncezionale, ma sono in presenza di alcune precise condizioni: l’allattamento regolare ed esclusivo del neonato che ha meno di 6 mesi
Il rapporto completo del BPAS lo potete leggere sul sito web dell’agenzia.
Voi Unimamme che ne pensate?
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