Vi siete mai chiesti perché sia così difficile ignorare il suono di un bimbo che piange?
Gli scienziati hanno scoperto come mai il nostro cervello risponde in modo così forte a quel suono, rendendoci più pronti a intervenire quando sentiamo quelle urla.
Katie Young della University of Oxford, ha preso in considerazione:
Young ha spiegato che questa reazione si ottiene in 2 regioni del cervello:
Secondo gli scienziati c’è qualcosa di speciale nel modo in cui il pianto di un bambino viene processato dal cervello.
Il fatto che ci fosse attività nell‘area emotiva del cervello può significare che il suono di un bimbo che piange viene etichettato come importante ancor prima che il cervello possa processarlo.
Bisogna inoltre sottolineare che nessuno dei partecipanti era un genitore e che nessuno aveva particolare esperienza nell’accudire bambini, tutti però hanno risposto nello stesso modo.
Si è indagato anche come il pianto può influenzare in modo subconscio il comportamento come reazione dell’area sub corticale del cervello.
Si tratta delle parti più primitiva del cervello che controlla reazioni come quella: lotta o fuggi, importante per la sopravvivenza.
Parsons ha testato se il pianto di un bimbo possa attivare la modalità sopravvivenza chiedendo ai volontari di fare un gioco: quello di colpire una marmotta giocattolo prima di ascoltare i suoni inclusi:
angosciati.
“Queste persone diventavano più veloci e accurate dopo aver ascoltato i vocalizzi dei bambini. “
In pratica le performance migliorano dopo aver sentito i suoni che possono facilitare il comportamento che ci spinge ad accudire.
Unimamme, voi cosa ne pensate dello studio riportato sul The Guardian?
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