Il caso di tetano in Italia, avvenuto ad Oristano, in Sardegna, a fine giugno, ha sollevato molte discussioni. Insieme alle inevitabili polemiche.
Purtroppo del caso di tetano in Italia risalente allo scorso giugno e avvenuto in Sardegna, ad Oristano, è finito anche sui giornali esteri.
Il caso riguarda quello del bambino di 10 anni che è stato infettato dal tetano dopo una caduta dalla bicicletta che gli ha procurato una ferita alla testa.
Il bambino non era stato vaccinato, per scelta dei genitori, e come purtroppo può accadere in questi casi la sua ferita è entrata in contatto con le spore del tetano, con il batterio Clostridium tetani per la precisione, e ha contratto la malattia.
Fortunatamente, il piccolo non è mai stato in pericolo di vita e la malattia, che comunque è grave, è stata curata con alcuni giorni di ricovero in ospedale e terapie specifiche. Il bambino ha sofferto di contrazioni muscolari e paralisi dei nervi cranici, che sono alcuni dei sintomi della malattia.
A seguito della caduta dalla bicicletta, i genitori avevano portato il figlio al pronto soccorso per la ferita alla testa. Qui gli operatori sanitari avevano proposto ai genitori la terapia con immunoglobulina antitetanica, ovvero il vaccino, come avviene da prassi. La somministrazione di immunoglobulina avrebbe ridotto i rischi di un’infezione da tetano. I genitori del bambino, però, hanno rifiutato la proposta dei sanitari e sono tornati a casa dopo aver fatto solamente medicare il figlio. La famiglia era in Sardegna per le vacanze estive.
Pochi giorni dopo, però, il bambino è stato portato all’Ospedale San Martino di Oristano con la malattia già conclamata, che si era manifestata con una paralisi facciale.
Il tetano ha una incubazione da 3 a 21 giorni, il rifiuto della terapia con l’immunoglobulina ha di fatto permesso che la malattia di svilupparsi. Come ha spiegato il Corriere della Sera, citando i medici dell’ospedale.
I sanitari si sono allarmati quando la paralisi facciale che aveva colpito il bambino non si rispondeva alle cure con il cortisone. Hanno quindi scoperto che il bambino aveva contratto il tetano, per via della ferita alla testa provocata dalla caduta dalla bicicletta. Il direttore dell’Unità di Pediatria di Oristano, Giovanni Zanda, ha dichiarato al Corriere della Sera:
“È un caso di assoluta rarità. Il tetano è una malattia non contagiosa, che si può considerare sostanzialmente scomparsa in Italia fra i bambini, grazie alla vaccinazione. Come ci hanno confermato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Ospedale Gaslini di Genova, specializzato nella cura dei pazienti pediatrici, non si registrano più casi di tetano fra i piccoli ormai da trent’anni. La vicenda ripropone il tema della scelta da parte di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli, esponendoli a rischi apparentemente banali, che potrebbero avere conseguenze molto pesanti e persino letali sulla salute dei propri figli. Il caso di tetano rappresenta un’eccezione che, certamente, sarebbe stata evitabile se il piccolo fosse stato vaccinato“
In Italia però non è questo il primo caso di tetano su un bambino in 30 anni. Un altro caso di tetano su un bambino si era già verificato nel 2006. All’epoca si trattò di un bambino di 34 mesi che aveva ricevuto solo la prima dose del vaccino. I genitori avevano deciso di non fare gli altri richiami, ritenendo erroneamente il vaccino responsabile di una dermatite atopica. Tuttavia, i richiami sono indispensabili per poter avere una corretta immunizzazione. Fortunatamente poi la malattia è guarita. Il caso è segnalato da Eurosurvelliance.
Per eventuali dubbi sul tetano e sul vaccino, rimandiamo alle indicazioni dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, uno dei centri di eccellenza nel mondo.
Per fare chiarezza sul vaccino contro il tetano, vi riportiamo qui la guida dell’ospedale Bambino Gesù di Roma
Il vaccino contro il tetano contiene la tossina del tetano inattivata, incapace cioè di esercitare il proprio effetto nocivo ma in grado di stimolare la risposta immunitaria contro di essa.
Generalmente è combinato con il vaccino contro la difterite e il vaccino acellulare contro la pertosse (DTaP o dTap) ed è contenuto nel vaccino quadrivalente (vaccino contro tetano, difterite, pertosse e poliomielite) e nel vaccino esavalente (contro tetano, difterite, pertosse e poliomielite, epatite B ed Haemophilus influenzae di tipo B).
Il vaccino viene somministrato con un’iniezione intramuscolare.
In caso di bambini, la vaccinazione contro il tetano è offerta a tutti i nuovi nati e prevede la somministrazione di 3 dosi di vaccino associato ai vaccini contro difterite, poliomielite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae di tipo B (vaccino esavalente) nel primo anno di vita.
Una dose di richiamo è effettuata a 5-6 anni in associazione con i vaccini contro la difterite, la pertosse e la poliomielite (vaccino quadrivalente).
Poiché la protezione può diminuire nel tempo, a partire da 15 anni di età sono raccomandati richiami ogni 10 anni. Il richiamo contro il tetano è generalmente somministrato in associazione con il vaccino contro la difterite e al vaccino contro la pertosse (dTap).
Per gli adulti, invece, che non sono vaccinati è previsto un ciclo di 3 dosi. Le prime 2 dosi devono essere somministrate a distanza di almeno 4 settimane l’una dall’altra e la terza dose 6-12 mesi dopo la seconda. Successivamente sono raccomandati richiami ogni 10 anni, preferibilmente in associazione con il vaccino contro la difterite e la pertosse (dTap).
Possono essere vaccinate anche le donne in gravidanza.
L’unica controindicazione alla vaccinazione contro il tetano è una reazione allergica grave ad una precedente dose o ai componenti e eccipienti del vaccino.
Le reazioni avverse che si manifestano più frequentemente sono generalmente lievi e comprendono la comparsa di gonfiore e rossore nel punto dove viene effettuata l’iniezione, che scompaiono entro due o tre giorni nel 25% dei casi. Più raramente (circa nel 3% dei casi) si possono verificare reazioni locali più estese e dolorose (tipo-Arthus) che si manifestano a cominciare da 2-8 ore dopo l’iniezione e sono riportate generalmente negli adulti che hanno ricevuto frequenti richiami.
Raramente compaiono reazioni generali come febbre e malessere generale. Una reazione allergica grave da vaccino è molto rara.
Dopo il completamento del ciclo vaccinale, il vaccino è altamente efficace (quasi 100%) nel prevenire l’infezione. La protezione declina con il passare del tempo per cui è necessario eseguire i richiami decennali.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito web dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
E voi unimamme avete vaccinato i vostri bambini?
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