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No a bimbe ballerine e bimbi scienziati: via le pubblicità con stereotipi

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Valentina Colmi

Ieri siamo stati al supermercato e le mie bambine sono andate ovviamente al reparto giochi. Paola mi ha detto che per Natale vorrebbe un ferro da stiro e il set per pulire. Io sono inorridita, non tanto per le sue richieste che comunque sono in linea con l’età, quanto per il fatto che su entrambi i giochi fossero rosa e che sopra ci fosse l’immagine di una bambina. Dico sempre alle mie figlie che non esistono giochi da maschio e giochi da femmina, tant’è che a carnevale Paola ha manifestato il desiderio di vestirsi da pirata (e ovviamente il commesso ha chiesto “che età ha il bimbo?”, dando per scontato che fosse maschio). Queste differenze nascono anche dalle modalità di comunicazione: per esempio dalle pubblicità dove le bambine diventano ballerine e i bimbi scienziati.

Via alle pubblicità con stereotipi di genere: l’esempio il Regno Unito

L’Advertising Standards Authority (ASA), ovvero l’autoregolamentazione dell’industria pubblicitaria del Regno Unito, ha deciso di agire sulla base di un rapporto intitolato “Rappresentazione, percezione e danno” sulla presenza o meno di stereotipi di genere nelle pubblicità.

Sotto accusa per esempio la pubblicità di una marca di latte che appunto ipotizzava per il futuro della bambina nello spot un futuro da ballerina, mentre per quello del bambino di diventare un matematico.

Anche la pubblicità di Protein World, linea di prodotti per dimagrire, è stata messa sotto accusa dopo che il claim dei cartelloni era: “Sei pronto per un corpo da spiaggia?” mostrando ovviamente una donna in costume da bagno, sminuendo il ruolo delle figure femminili.

Saranno quindi vietate le pubblicità che trasmetteranno stereotipi sessisti o che prenderanno in giro chi non sembra adattarsi ai ruoli tradizionali, perché “anche se la pubblicità è solo uno dei tanti fattori che contribuisce alle discriminazioni basate sul genere, standard più rigidi possono svolgere un ruolo importante nel combattere le disuguaglianze“.

Le regole precise saranno scritte solo l’anno prossimo quando verranno preparati i codici di comportamento. A grandi linee però si sa già che:

  • saranno ammesse le pubblicità in cui una donna pulisce ma non quelle in cui per esempio la casa verrà messa a soqquadro e toccherà solo a lei pulire
  • una pubblicità considerata inadatta ad una ragazza solo perché ritenuta tipicamente maschile
  • una pubblicità in cui un uomo viene mostrato come incapace di prendersi cura della casa o dei figli

Un esempio positivo già c’è: si tratta di This Girl Can del 2015 (poi rifatta nel 2017), per pubblicizzare l’attività sportiva: donne di tutte le età e con corpi di tutti i tipi che praticano i loro sport.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla dei Lego e delle nuove figure femminili per abbattere gli stereotipi di genere. 

Valentina Colmi

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