Una storia iniziata in modo drammatico, ma conclusasi con il lieto fine, è quella di Zion Harvey, un bambino americano sottoposto a doppio trapianto di mani. A due anni dall’intervento il bambino ha completato la riabilitazione.
Zion, il primo bambino con doppio trapianto di mani è tornato a giocare
Due anni fa, a luglio del 2015, Zion Harvey, un bambino americano, ha affrintato un complesso intervento chirurgico durato ben 11 ore e che ha visto impegnate quattro squadre di specialisti, per un totale di 40 medici. L’intervento è stato eseguito al Children’s hospital di Philadelphia, negli Stati Uniti, dove Zion è stato sottoposto ad un doppio trapianto di mani, un intervento lungo e difficile che, fortunatamente, è andato a buon fine.
Al bambino sono state attaccate ossa, muscoli, tendini, nervi, vene, pelle. Zion è il primo bambino al mondo a ricevere un doppio trapianto di mani.
Zion aveva subito l’amputazione delle gambe sotto il ginocchio e delle mani all’età di due anni, a causa di una grave infezione che lo aveva colpito. Per poter tornare a camminare gli hanno applicato delle protesi. Ma la funzionalità delle mani era irrimediabilmente persa. Non che Zion non avesse imparato a fare le cose di tutti i giorni senza mani. Così i medici hanno pensato ad un trapianto di mani.
L’intervento è stato eseguito due anni fa, all’epoca Zion aveva 8 anni. Oggi dopo due anni di riabilitazione Zion ha acquisito quasi la completa funzionalità dei nuovi arti. Può lavarsi, vestirsi e mangiare da solo, è anche in gradi di scrivere, ma soprattutto può giocare a baseball, il suo sport preferito. Quello di Zion Harvey è uno dei pochissimi casi al mondo di interventi di questo genere riusciti.
Il trapianto di mani è un intervento che presenta un forte rischio di rigetto e i farmaci somministrati nella terapia post intervento hanno pesanti effetti collaterali e presentano molti rischi per la salute. Si tratta dunque di un percorso difficile e impegnativo. Tuttavia la scienza medica ha fatto grandi progressi dal primo trapianto di mano nel 1998 e poi dal doppio trapianto di mani nel 2000. Oggi in molti Paesi del mondo si eseguono trapianti di mani e braccia, ma solo su pochi selezionati pazienti. Per evitare i rischi e le complicanze da rigetto mani e braccia trapiantati provengono sempre da donatori appena deceduti.
Sulle sue nuove mani Zion ha esclamato: “Questo era un pezzo della mia vita che mancava. Ora c’è e la mia vita è completa” si legge sul Guardian.
Il medico a capo del team che ha operato il bambino ha raccontato quando Zion fosse stato bravo e coraggioso. Non ha mai pianto e non ha mai rifiutato la terapia che gli era stata somministrata. Tuttavia, nonostante il coraggio e la determinazione, la riabilitazione post intervento per Zion è stata dura. Durante gli ultimi due anni, il bambino ha avuto fino a 8 crisi di rigetto alle mani. Le crisi sono state superate grazie ai farmaci per l’immunosoppressione. e Zion è ancora in cura con quattro immunosoppressori.
Il bambino era già abituato a prendere medicine forti e ha anche ricevuto in rene in dono dalla madre. Secondo il dottor Marco Lanzetta, uno dei massimi esperti in chirurgia della mano, pochissimi bambini al mondo sono in grado di sopportare una condizione simile. Settimane di ricovero in ospedale terapie impegnative e dolorose, tanta pazienza. Inoltre, le protesi per gli amputati si sono sviluppate così tanto, che saranno queste il futuro per i bambini come Zion, piuttosto che il trapianto.
Voi che ne pensate unimamme?
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VIDEO: la storia di Zion, il bambino con doppio trapianto di mani