Quando si dice che il cuore di una mamma è più forte di ogni cosa è vero. Più forte anche della morte, come quella di un figlio. Vi raccontiamo una storia che non potrà lasciarvi indifferenti. Preparate i fazzoletti!
Questa storia viene da Torino ed è una piccola grande storia di straordinaria bellezza e immenso amore. L’amore di una mamma, capace di affrontare un momento durissimo come la morte del proprio figlio.
Luca Borgoni aveva 22 anni e si stava per laureare in Biologia molecolare quando è morto sul Cervino lo scorso 8 luglio. Luca stava partecipando ad una gara “Vertical” di corsa in montagna, quando il destino ha scelto per lui che non sarebbe sceso da quella montagna e non avrebbe discusso la tesi di laurea triennale.
Era un ragazzo dalla vita piena: studente, atleta, skyrunner e alpinista. Tante passioni e tanto entusiasmo.
Abitava a Cuneo con la famiglia, mamma Cristina, papà Vittorio e una sorella Giulia. Il suo sogno era scalare il Dhaulagiri in Nepal, la settima montagna più alta del mondo (8.167 metri) e compiere la discesa in snowboard.
La madre, vista la pericolosità della montagna, aveva detto al figlio che non gli avrebbe dato i soldi. Così, Luca, pieno di risorse e indomito nel perseguire i suoi sogni, aveva partecipato e vinto il concorso internazionale online “Mountopia”, ottenendo 8.000 euro di premio. I soldi che gli servivano per il viaggio.
Anche la sua tesi di laurea in Biologia era incentrata sulla montagna, sulla passione di Luca per le vette. In alta quota la pressione e la scarsità di ossigeno riducono le prestazioni di una persona e di un atleta. Così Luca per la sua tesi aveva studiato le caratteristiche fisiche dei tibetani, che nascono e vivono a quote per noi inimmaginabili: 4.000 metri sul livello del mare. Il loro fisico si adatta alle circostanze ambientali estreme delle alte quote, per cui produce composti di azoto nel sangue, vaso dilatatori naturali che aiutano a sopportare la fatica e a vivere normalmente a quelle altitudini.
Luca aveva scritto la sua tesi di laurea sul succo di barbabietola, che contiene un composto di azoto, e aiuta gli atleti a sopportare le condizioni ambientali più estreme, come quelle di alta quota. Non certo una cosa buona da bere, come ha spiegato la madre di Luca. Anzi, un succo davvero pessimo, ma utile.
Tanto che il titolo della tesi di laurea triennale del ragazzo era “Gli effetti del succo di barbabietola sulla prestazione sportiva di alta quota”. La tesi l’aveva consegnata lo scorso 3 luglio. Purtroppo però, non ha fatto in tempo a discuterla.
Nonostante il dolore per la perdita del figlio, a pochi giorni dalla sua scomparsa, la mamma di Luca, Cristina Giordana, insegnante di matematica, ha discusso la tesi per lui all’università. Dietro di lei, sullo schermo scorrevano immagini del figlio, di cui una molto significativa di Luca con il camice da biologo in cima alla Bisalta, montagna del cuneese. La montagna vicino a casa di Luca. La madre ha discusso la tesi del figlio senza lacrime ma felice.
La donna ha raccontato che conosceva a fondo la tesi del figlio, con il quale condivideva molte passioni, anche quella per la montagna. Curiosamente, la mamma di Luca ha anche detto che da ragazza le mancavano pochi esami per la seconda laurea proprio in Biologia, che tuttavia non completò per sostenere il concorso per diventare insegnante di ruolo. “O forse non li ho dati perché dovevo fare quest’ultimo passo per Luca“, ha spiegato su La Stampa
Un momento di pura gioia, nel lutto di un dolore assoluto come la morte di un figlio.
“Era la cosa più naturale, giusta e normale da fare” ha detto la mamma a chi ha visto qualcosa di straordinario nella sua scelta.
Voi unimamme che ne pensate? Difficile rimanere indifferenti.
Vi ricordiamo un’altra storia di una mamma straordinaria che si è rifiutata di abbandonare il figlio nato con paralisi cerebrale e lo ha cresciuto da sola.
VIDEO: la mamma discute la tesi di laurea del figlio morto
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