Quando ho frequentato il corso pre parto ricordo che non sopportavo per niente l’idea di stare in una stanza assieme ad altre donne: mi sembrava che ognuna acuisse l’ansia dell’altra con domande senza senso, in una gara a chi aveva il dubbio più strambo. Il mio errore è sempre stato quello di pensare di saperne di più, anche per il lavoro che faccio. Poi ho avuto la depressione post partum e mi sono resa conto che avrei voluto avere delle amiche che avrebbero potuto capirmi.
Purtroppo – almeno secondo me – è vera la frase che chi non ha figli non può capire. Non si possono comprendere certe dinamiche se non si hanno dei bimbi. E condividerle con chi ti può comprendere ti fa sentire meno sola. Per questo concordo con la una mamma che ha scritto un post che tutti dovrebbero leggere.
“Non volevo amiche mamme, ne avevo bisogno”: la confessione virale di una mamma
Gylisa Jayne è una mamma inglese che prima di diventare genitore aveva dei preconcetti sul fatto di avere delle mamme amiche e anzi diceva “grazie ma no” all’idea di stringere amicizia con donne dotate di figli.
Ma poi ha cambiato idea, e lo ha scritto sul suo profilo Facebook con un post che è diventato ben presto virale.
“Non ho mai voluto “amiche mamme“.
Non volevo sedere in posti rumorosi con giochi morbidi o parlare delle popò di diverso colore.
Non volevo conoscere le migliori marche di pannolini o sapere esattamente quanti punti di sutura noi tutte avevamo.
Avevo un’idea preconcetta che i Gruppi di Mamme fossero cricche viziose, e non ero mai stata in una di queste a scuola – non volevo iniziare ora.
Non ne avevo bisogno, avevo la mia anima gemella – il papà del mio bambino. L’uomo che ho scelto per questo viaggio. Lui ci sarebbe stato per ogni cosa. Non avevo bisogno di nessun altro.
Poi ho avuto un bambino, e avevo bisogno di qualcuno.
Il gruppo che avrei dovuto avere semplicemente non c’era.
Le mie ostetriche erano troppo occupate, non ne ho incontrata una due volte.
Il mio medico era una donna che spariva – che parlava sempre di numeri di telefono e pronti soccorsi e di documenti di bambini mentre usciva. Mai più vista.
Poi c’era il mio partner. Il mio compagno prescelto. Il primo amore della mia vita. L’uomo che conosceva di cosa avevo bisogno prima ancora che lo sapessi io.
Solo che non mi capiva più.
Stava cercando di raccapezzarsi nel suo nuovo ruolo di padre.
Non poteva capire perché stavo piangendo per il fatto che avessi messo il bollitore in frigo.
Non sapeva perché mi ero fossi dimenticata di pagare le bollette all’ufficio postale.
Non sapeva perché non più amore rimanente per lui
Non volevo “mamme amiche”.
Fino a che ho realizzato che nessun altro mi avrebbe capito come loro.
Quelle che c’erano passate, l’hanno fatto.
Quelle che avevano annaspato per la prima volta, proprio come me.
Quelle che hanno avuto ogni discussione possibile con il loro marito.
Quelle che ti dimostrano che non hai bisogno di perdere te stessa lungo la strada. Che troverai una nuova te finché vai.
Quelle che avevano bisogno di me come io di loro.
Le ho fatte ridere, e loro mi hanno fatto urlare con le nostre osservazioni di questo stranamente favoloso e orrendo viaggio.
Nessun cricca, solo donne che amano le donne – nonostante tutto ciò che avrete potuto sentire.
Dopo di loro avevo di nuovo amore rimanente per il mio partner. Perché lui poteva non arrivarci – ma c’erano dozzine di donne che ci arrivavano.
Quindi non volevo “amiche mamme”…
Ne avevo bisogno. “
Parole toccanti quelle di questa mamma. La verità è che abbiamo tutte bisogno di qualcuno che davvero comprenda le frustrazioni della maternità.
E voi unimamme cosa ne pensate? Siete anche voi convinte che la solidarietà e la comprensione tra mamme sia necessaria per superare le dure prove della maternità, soprattutto all’inizio?
Intanto vi lasciamo con l’articolo che spiega perché avere delle amiche “vere” salva la vita.