In Valle d’Aosta, dove sono in vacanza, hanno installato al parco giochi una giostra per disabili. Un’iniziativa lodevole, che però non viene utilizzata nella maniera corretta, visto che ci salgono bambini che non ne avrebbero bisogno rischiando di farsi molto male. A questo si aggiunge la compiacenza dei genitori che li fanno salire ignorando i cartelli che dichiarano esplicitamente che la giostra può essere utilizzata solo da persone disabili. Ho segnalato la cosa su Facebook e per un paio di giorni, grazie a degli avvisi dell’amministrazione comunale, nessuno ci ha messo piede. Poi però le cose sono ricominciate, purtroppo.
Grazie a questo post ho conosciuto Claudia Protti che insieme a Raffaella Benedetti ha fondato un sito, parcopertutti, dove si parla di giochi inclusivi, ovvero quei parchi gioco dove le attrazioni sono a disposizione sia di bimbi disabili sia di bimbi normodotati, senza distinzioni. Mi sono resa conto della mia poca conoscenza sull’argomento: un mondo davvero ampio tutto da scoprire.
“Ecco cosa sono i parchi gioco inclusivi”: parola di mamma
Claudia, come mai tu e Raffaella avete deciso di aprire un blog dedicato ai parchi gioco inclusivi?
Io e Raffaella ci siamo conosciute nell’autunno del 2012 a un banchetto solidale; successivamente ci siamo incontrate insieme ai nostri figli che allora avevano solo 5/6 anni a qualche spettacolo di burattini, in biblioteca, abbiamo partecipato a laboratori creativi e la primavera del 2013 è arrivata in un lampo. Raffaella mi ha spiegato che non saremmo potute andare insieme al parco giochi perché suo figlio, che usa una carrozzina per spostarsi, sui giochi non ci poteva salire e da lì è nato tutto. La richiesta di un incontro con il Sindaco di Santarcangelo di Romagna dove vive Raffaella, il desiderio di avere giochi per tutti nei parchi della città. Ci siamo subito rese conto che si trattava di una strada percorsa da pochi, che le informazioni in rete erano quasi inesistenti e quindi abbiamo deciso di condividere la nostra esperienza tramite il blog che da pochi mesi è diventato un vero e proprio sito anche se la maggior parte dei contenuti sono il rilancio di notizie inerenti i parchi gioco inclusivi http://www.parchipertutti.com/
Che cosa sono i parchi gioco inclusivi?
I parchi gioco inclusivi dovrebbero essere spazi accessibili a tutte le persone, bambini e adulti, dotati di strutture gioco il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini: bambini in carrozzina, bambini che possono correre, bambini ciechi, bambini con disabilità motorie lievi, intellettive. Insomma un parco dove tutti possono giocare e interagire con altri bambini. Parole d’ordine: accessibilità e fruibilità a 360°
Esistono dei giochi più diffusi oppure la costruzione di un parco deve essere quasi “su misura”?
Il gioco più conosciuto e associato, erroneamente, al parco inclusivo è la famosa altalena per carrozzine. Peccato non sia assolutamente un gioco inclusivo. In un parco per tutti possono esserci scivoli, giochi a molla, casette, giochi d’acqua e molto altro. Fondamentale è la progettazione che permette di scegliere con cura i giochi più accessibili e di trovare piccole ma importanti soluzioni per permettere al maggior numero di utenti possibile, con disabilità o non, di divertirsi. Tutti conoscono l’altalena per carrozzina, quanti invece conoscono altalene dotate di schienale e/o cinture di sicurezza che permettono a un bimbo di trasferirsi dalla carrozzina all’altalena e di dondolare accanto a un amico? Quanti conoscono strutture gioco con rampe che permettono a tutti di raggiungere la parte più alta di un castello? Un parco inclusivo non si può realizzare scegliendo giochi da un catalogo ma con un’attenta progettazione che tenga conto dei bisogni di ogni bambino quindi sì: dovrebbe essere un parco “su misura”.
Nel vostro sito c’è una sezione dedicata ai luoghi in cui si possono trovare delle aree inclusive. Com’è la situazione nel nostro Paese?
La situazione nel nostro Paese è piuttosto triste. In questi ultimi 2/3 anni si è fatto molto, sono stati realizzati parecchi spazi inclusivi ma parliamo di numeri insignificanti se riferiti ai circa 8.000 comuni italiani. Da nord a sud esistono solamente 40/45 parchi gioco inclusivi; alcuni piccoli, altri grandi, alcuni dotati solo di poche strutture accessibili a tutti.
Ci sono inoltre più di 300 altalene per utenti in carrozzina e in alcuni parchi sono stati aggiunti uno o due giochi successivamente all’inaugurazione ma in questo caso non è garantita l’accessibilità del parco e ci troviamo in presenza di, ad esempio, 6 strutture classiche e 2 accessibili che creano divisione e non inclusione perché di fatto ci troviamo in presenza di una zona per “normodotati” e una zona per “disabili”.
Mi pare di aver capito che non serva a nulla mettere ad esempio un’altalena per disabili in un area gioco “normale”, anche perché le disabilità sono diverse. Qual è la vostra opinione in merito?
La nostra opinione riguardo questo gioco è molto dura. Nel nostro immaginario collettivo associamo la persona disabile alla carrozzina ma le disabilità sono tante e possono coinvolgere la parte motoria, sensoriale, intellettiva. Tra i tanti bambini con disabilità motoria ad esempio sono pochi quelli che usano una carrozzina, molti possono camminare, magari con difficoltà ma possono farlo. Come possiamo dire che un’altalena per utenti in carrozzina garantisce il gioco se è riservata solo a coloro che usano appunto una sedia a ruote? E le altre disabilità? E l’accessibilità del parco? Provate a cercare immagini di “altalena per disabili” su un motore di ricerca, scoprirete che tante sono installate su prato, terra battuta, ghiaia. Come può una carrozzina raggiungere con facilità l’altalena su un fondo simile? Giungere alla conclusione dovrebbe essere facile: non è un gioco per tutti, è anche piuttosto pericoloso, (infatti il suo uso è consentito solo in presenza di sorveglianza), e non permette ai bambini di interagire e giocare insieme.
Cosa dovrebbe sapere per esempio un’amministrazione comunale nel caso volesse costruire un parco giochi inclusivo? A chi deve rivolgersi e ci sono delle sovvenzioni?
Un’amministrazione comunale che volesse realizzare un vero parco inclusivo dovrebbe informarsi seriamente perché realizzare un’area gioco non è un gioco da ragazzi. Esistono linee guida, libri, schede tecniche e molto altro materiale inerente l’accessibilità degli spazi e parchi pubblici. La cosa migliore è rivolgersi a un esperto con competenze inerenti area gioco e conoscenza della disabilità. Utilissima la progettazione partecipata! A Rimini il parco inclusivo è stato progettato da un esperto con l’aiuto di un gruppo di lavoro formato dal responsabile dell’unità operativa qualità urbana del Comune, dalla mamma che per prima aveva richiesto un parco per tutti in città e da rappresentanti di associazioni di volontariato del territorio come UILDM, UICI, Crescere Insieme, … Ogni persona ha dato un piccolo contributo che è stato utilissimo per il risultato finale. Aver fatto parte di questo gruppo di lavoro mi ha dato tanto e spero che tanti altri Comuni prendano esempio da Rimini avvalendosi dell’aiuto dei cittadini per realizzare uno spazio per tutti i bambini.
E voi unimamme lo sapevate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla dei parchi inclusivi e del diritto di giocare di ogni bambino.