Quando una donna soffre di ripetuti aborti, perde ad un certo punto la speranza di non riuscire a diventare mamma. Ovviamente bisogna indagare le cause della poliabortività e per questo la scienza ci può venire in aiuto.
Gli esperti credono che pianificare attentamente una gravidanza potrebbe prevenire un aborto e aumentare le possibilità di una donna di avere un bambino.
Durante la gravidanza si pensa che alcune donne producano delle cellule “killer naturali” e molte donne hanno paura che queste cellule attacchino e uccidano i loro embrioni.
In realtà queste cellule killer naturali sono cellule immunitarie speciali che eliminano le cellule invecchiate nel ventre materno.
Secondo l’autore della ricerca, il professor Jan Brosens della Warwick University, un disequilibrio tra cellule killer naturali e cellule invecchiate potrebbe essere la causa degli aborti.
In una donna sana le cellule staminali sviluppano il rivestimento uterino per circa 10 mm nei 10 giorni successivi al ciclo, rendendo così l’utero essere abbastanza spesso per consentire l’impianto dell’ovulo fecondato.
Ma alcune cellule del rivestimento invecchiate smettono di dividersi, causano infiammazioni che possono minacciare una gravidanza.
Le cellule killer naturali eliminando le cellule invecchiate creano una “rete a nido d’ape” dove l’embrione si può impiantare.
Nelle donne che hanno avuto aborti si crede che questo processo non abbia funzionato, e la colpa è del numero delle cellule killer naturali, che anziché essere costante e regolare, cambia ogni mese.
“Il 40% per cento delle pazienti (con aborti ricorrenti) aveva solo alcune cellule staminali che potevano essere isolate nel rivestimento uterino” affermano i ricercatori.
I ricercatori pensano che quando più cellule staminali invecchiano attirano più cellule assassine, che creano fori più grandi nel rivestimento. Ciò rende più facile per le donne di rimanere incinta, ma i grandi buchi possono poi far crollare questa struttura vitale.
La risposta per aiutare queste donne ad avere una gravidanza sana potrebbe essere quella di trovare i tempi in cui le cellule killer sono normali, non eccessive, e quindi il momento in cui l’utero è pronto per un bambino.
Il gruppo di lavoro del professor Bonsen, dell’associazione inglese Tommy’s che sta studiando su aborti e morte perinatale, sta proponendo alle donne un test, come si legge sul Dailymail, per conoscere il momento migliore per concepire e che per il momento ha coinvolto 150 donne.
Si tratta insomma di una speranza per quelle donne che non riescono a rimanere incinte dopo aborti su aborti.
Il lavoro è ancora sperimentale e non è di routine nella pratica clinica, ma si spera che nei prossimi anni le cose possano cambiare, anche grazie alla raccolta di più dati.
Circa 1 donna su 6 delle donne perde il suo bambino, mentre un quarto delle gravidanze termina con un aborto entro le 23 settimane.
Invece, parlando di aborti ripetuti, una donna su 100 ha sofferto di più di 3 aborti. E qualcuna ha dovuto anche sommare più di 12 aborti di fila prima di avere un figlio sano.
I ricercatori non hanno ancora terminato lo studio, ma hanno riportato che una delle pazienti con ripetuti aborti è ora alla 26esima settimana di gravidanza.
E voi unimamme? Avete avuto diversi aborti prima di rimanere incinte?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di che cosa succede ad una mamma dopo un aborto.
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