Daniel è stato infatti vittima di un frate pedofilo quando era bambino in Germania. “AVEVO solo otto anni. Ero un bambino timido, fragile. Lui era il prete: simpatico, premuroso con me, un ragazzino senza famiglia, mamma depressa, padre che l’aveva accoltellata quando mi aspettava. Avrebbe dovuto proteggermi, invece ha percepito la mia debolezza, il vuoto e ne ha approfittato. Mi ha stuprato per quattro anni, ha abusato di me senza sensi di colpa né rimorsi. Ha fatto lo stesso impunemente con altri cento ragazzi” si legge su Repubblica.
Daniel è di Friburgo e oggi ha 58 anni, sposato con figli. Daniel ha trovato la forza di denunciare, grazie anche alla terapia ma non ha perso la fede.
Lo fa perché vuole salvare altri bambini e perché la Chiesa a sua volta denunci i pedofili.
Tutto è iniziato nel 1968, quando il prete per la prima volta ha portato Daniel bambino in una stanza, intimandogli di non dire nulla. E Daniel così ha fatto: fino ai 12 anni non ha detto nulla e nessuno si era accorto di ciò che stava subendo.
Nel 1990, a distanza di 22 anni, grazie alla zia, ha deciso di denunciare e così facendo ha potuto incontrare altri giovani che come lui sono stati abusati. Lui sa riconoscerli, racconta: “vedo in loro la stessa fragilità, la fatica di vivere che mi porto dietro quotidianamente e che mi spinge a fare per dare un senso alla mia esistenza. Perché chi viene abusato resta segnato per sempre, rischia il suicidio, la pazzia, spesso viene rifiutato dalla famiglia, visto che il 90 per cento degli abusi lì avviene, e dal gruppo sociale. Escluso, trattato come una paria perché ha detto la verità. Senza contare che, se non aiutato, rischia di ripetere su altri le violenze subite: l’80 per cento dei pedofili è stato un bambino stuprato“.
Purtroppo dopo la denuncia, il prete è stato solo allontanato: è stato infatti mandato in Francia dove ha continuato ad abusare di bambini.
Il titolo del libro è “La perdono, padre” perché Daniel ha incontrato l’orco della sua infanzia e nonostante questi non gli abbia chiesto nemmeno scusa, Daniel lo ha perdonato. Ma il perdono non implica l’abbandono della lotta che quest’uomo sta portando avanti: la Chiesa deve opporsi al silenzio e denunciare i pedofili.
Come lui la pensa anche Papa Francesco, che dopo averlo incontrato e aver pianto con lui, ha deciso di scrivere la prefazione al libro.
“Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato ‘un ‘sacrificio diabolico’, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa” si legge nella prefazione.
“Si tratta di un’assoluta mostruosità, un peccato terribile, che contraddice tutto quello che la Chiesa insegna”
“Alcune vittime si sono alla fine addirittura tolte la vita. Questi morti pesano sul mio cuore come sulla mia coscienza e sull’intera chiesa. Alle loro famiglie vorrei esprimere il mio amore, il mio dolore e chiedere in tutta umiltà il loro perdono” scrive Papa Francesco.
E voi unimamme, che ne pensate di questo libro e delle parole del Papa?
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