Spesso le neo mamme – soprattutto quelle al primo figlio – vanno un po’ in crisi quando si tratta di allattare. Io per esempio ero in totale confusione con la mia prima bambina perché pensavo che sarebbe stato sufficiente attaccare la bambina al seno e che il resto sarebbe venuto da sé. D’altronde mi avevano ripetuto fino alla nausea che allattare sarebbe stato naturale e che anche per me non sarebbe stato poi così difficile. Invece ho avuto un sacco di problemi e la bambina aveva perso diverso peso. Per questo mi sentivo in colpa, una mamma di serie b, incapace: perché tutte ci riuscivano e io no? Avevo provato con il tiralatte e un po’ di mio latte Paola l’ha preso con il biberon, ma mi sentivo davvero distrutta. Per scelta ho poi deciso di non allattare, ma spesso le neo mamme non ricevono un adeguato sostegno: basterebbe un po’ più di pazienza per avviare un allattamento che funzioni.
Perché è meglio non dare l’aggiunta di latte
In ospedale, soprattutto se il bambino perde peso e si tratta di grandi strutture dove non c’è tempo di occuparsi di ogni singola mamma, c’è la tendenza a dare la famosa “aggiunta” di latte artificiale che sicuramente è più corposo e aiuta a riprendere più velocemente il calo ponderale. Per questo bisogna avere alcune informazioni che possono invece aiutare in un allattamento che funziona.
I bambini nati a termine riescono ad autoregolarsi da soli quando hanno fame, mostrando 8-10 volte al giorno i segnali di fame, come:
- aprire la bocca
- far uscire la lingua
- girare la testa a destra e a sinistra.
Questo si chiama riflesso di “ricerca” perché indica che il bambino è pronto per la poppata e sta appunto cercando il seno della mamma, che potrà soddisfarlo a richiesta se il bimbo è in rooming-in con la madre.
Nei primi giorni di vita il neonato assume il colostro, che è quella sostanza giallastra ricca di sostanze nutritive e di anticorpi che lo aiuta anche dal punto di vista immunologico.
E’ normale comunque che il bambino si addormenti dopo la poppata per 5-10 minuti per poi svegliarsi e continuare la poppata che può durare un tempo variabile tra i 30 e i 60 minuti (questo dipende dal bimbo). Una delle preoccupazioni delle neo mamme è se il bambino stia mangiando e se lo faccia correttamente. Per questo si può verificare se:
- il bambino è attaccato correttamente al seno
- inghiotte durante la suzione
Un’eccessiva perdita di peso può essere causata dalla non sufficiente soddisfazione della richiesta del bambino; invece però di dire alle neo mamme che il latte ancora non c’è perché hanno appena partorito, bisognerebbe insegnare loro la spremitura manuale del seno, in modo che goccia a goccia possa uscire il colostro. In questo modo si potrebbe evitare l’aggiunta. Basta appunto pazienza e personale qualificato che ascolti le neo mamme, come spiegato dal dottor Sergio Conti Nibali, pediatra e direttore di UPPA.
E se ai bambini l’aggiunta è già stato data? Nessun problema, afferma l’esperto: le mamme possono aumentare la frequenza delle poppate e gradualmente ridurre la quantità di latte artificiale, aiutate possibilmente da una persona competente.
E voi unimamme? Qual è la vostra esperienza?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di allattamento al seno e i fattori psicologici e fisici che possono condizionarlo.