Il parto non è sempre una bella esperienza, per molte donne può essere un vero e proprio trauma dal quale può essere difficile e lungo riprendersi. Anche se va tutto bene, se la mamma non è in pericolo di vita né il neonato, l’esperienza è sicuramente molto forte e può avere pesanti ripercussioni fisiche e psichiche. Per questo motivo una mamma che ha avuto una pessima esperienza con il parto ha deciso di scrivere un post sul suo blog per denunciare il lato negativo del mettere al mondo un figlio.
Non sempre è un’esperienza idilliaca e le donne devono avere il coraggio di dirlo. Chi non ha avuto questa esperienza traumatica, deve sapere cosa può accadere. Non si tratta di spaventare le donne che dovranno partorire, ma di informarle su quella che è la realtà.
Il post è apparso sul blog Every Mum Should Know, ogni mamma deve sapere, ed è diventato subito virale, condiviso sui social da decine di migliaia di persone. La mamma che ha raccontato la sua esperienza si chiama Sarah e vive nello Yorkshire, nel Regno Unito.
Sarah ha voluto raccontare la sua esperienza per sollevare quel velo di ipocrisia che pretende che il parto sia sempre e comunque un’esperienza bellissima anche se dolorosa. Non si tratta di essere ingrati per la nascita di un figlio sano, ma di parlare con franchezza degli strascichi anche pesantissimi che il parto può avere sulla salute fisica e psichica della donna, un trauma che può richiedere molto tempo prima di essere superato.
Sarah vuole che le mamme che hanno avuto la sua stessa esperienza non siano messe più a tacere. In un’intervista alla BBC la donna ha spiegato che non si tratta sempre di vita o di morte, di rischiare di perdere il bambino o la propria vita, ma anche del modo in cui una donna viene trattata durante il parto. Secondo Sarah il motivo per cui molte donne traumatizzate non manifestano il loro disagio e soffrono in silenzio è perché pensano di non avere il diritto di sentirsi traumatizzate per il fatto di essere tornate a casa con un bambino sano.
Nel post pubblicato sul suo blog, Sarah spiega chiaramente che non ha rischiato di morire, che la sua bambina sta bene, ma che ha avuto comunque una bruttissima esperienza con il suo parto. Nel suo post elenca punto per punto perché ha deciso di parlare pubblicamente della sua esperienza.
Mettere al mondo un figlio non è sempre una bella esperienza e le donne non devono vergognarsi o sentirsi in colpa di ammetterlo. Esprimere rabbia o tristezza per un parto difficile non significa che una donna è ingrata per la nascita di un figlio sano o per l’opportunità di essere diventata madre.
Mettere a tacere chi ha vissuto questo trauma non è giusto. Sarah racconta che dopo il parto era sotto shock, l’esperienza per lei era stata un vero e proprio trauma. Tuttavia, per evitare le critiche i paragoni e di sembrare troppo negativa, non ha espresso agli altri il suo disagio, lo ha soffocato. Quando una mamma mette al mondo un figlio tutti si aspettano che sia raggiante o commossa di felicità. Nessuno si aspetta una mamma triste o sconvolta. Ecco perché lei ha nascosto il suo dolore, come molte mamme nella sua situazione.
Il parto è un trauma per molte più donne di quanto si pensi. Circa il 30% delle donne che mettono al mondo un figlio patisce un trauma. Non c’è bisogno di parti rischiosi, in cui la mamma o il bambino rischiano la vita. Capita anche nei parti normali, a quelle donne che hanno avuto un’esperienza negativa, magari perché sono state trattate male dallo staff medico, in modo non dignitoso né rispettoso. Queste donne spesso si vergognano del loro stato e non ne parlano, con il rischio di prolungare gli effetti negativi dell’esperienza.
Molti casi di parti traumatici possono essere prevenuti. L’esperienza traumatica del parto dipende dal modo in cui la madre lo vive e anche dalle circostanze in cui avviene. Un parto normale può essere traumatico per una donna ma non per un’altra. Molto dipende da come la donna viene trattata, se c’è empatia da parte del personale sanitario e soprattutto se viene trattata con dignità e rispetto. Le condizioni in cui una donna mette al mondo un figlio possono essere molto umilianti, la donna è nuda, indifesa e sofferente. E’ importante quindi trattarla con gentilezza e rispetto, farla sentire il più possibile a suo agio.
Le conseguenze di un trauma hanno effetti duraturi. Il disturbo da stress post traumatico (PTSD) può durare a lungo, anche anni, e avere un impatto negativo sulle neo mamme particolarmente fragili e sulle loro famiglie. Come può poi una mamma affetta da questo disturbo occuparsi di un neonato? Lo stress e il disagio mentale della mamma possono avere conseguenze negative anche sui figli piccoli. Una mamma presa dai suoi problemi finisce con il trascurare i figli o trasmettere loro il suo disagio.
Se si conoscono i sintomi del parto traumatico si può chiedere aiuto. I sintomi del disturbo da stress post traumatico possono essere confusi con la depressione post partum o l’ansia. Tuttavia si tratta di un problema diverso e trattarlo come la depressione è sbagliato.
Uno dei sintomi più comuni di questo disturbo è l’ipervigilanza, con la sensazione di essere costantemente in pericolo o sotto attacco.
Il post di Sarah è per parlare in modo chiaro e senza più timori del parto traumatico, aiutare le donne che hanno fatto questa stessa esperienza, preparare i futuri genitori e sensibilizzare il personale sanitario.
Voi unimamme che ne pensate? Avete avuto voi o le persone che conoscete un’esperienza simile?
Vi ricordiamo il nostro articolo sullo stesso argomento: “Trauma della nascita”: quando il parto è un evento scioccante
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