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Guerre e conflitti: ecco come le mamme proteggono i bimbi dai traumi più grandi

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valeria bellagamba

I traumi che i bambini possono vivere, anche se scampano a bombe e violenze, durante una guerra hanno effetti devastanti. I più piccoli riportano danni psicologici gravissimi, spesso irreversibili. Un aiuto molto importante viene può venire dalle madri.

Alcuni studi hanno dimostrato, infatti, che le mamme, più dei padri, possono proteggere i figli dalle conseguenze. Lo ha stabilito una ricerca israeliana.

Le mamme contro gli effetti della guerra

I traumi della guerra sono delle ferite che non si possono cancellare, soprattutto a livello psicologico. Un aiuto fondamentale può venire però dalle mamme che con il loro amore, la cura, l’affetto, ma anche la disciplina, possono proteggere i bambini dagli effetti o almeno da alcuni effetti traumatici della guerra.

I ricercatori israeliani hanno preso in esame un gruppo di genitori e bambini che avevano vissuto in zone investite dal conflitto armato. I bambini avevano tra i 12 e i 14 anni.

Il loro studio ha accertato che le mamme affettuose e autorevoli aiutano a proteggere i bimbi dai traumi della guerra. Il sostegno emotivo, il calore e la tenerezza di una mamma, uniti alla disciplina e ad un’apertura al dialogo, hanno effetti positivi nei bambini che vivono in zone di guerra, li proteggono dal trauma emotivo che segue ad un conflitto violento.

Crescere in zone di guerra è un’esperienza durissima per i bambini. Lo stato di continuo pericolo ed emergenza a cui sono sottoposti, con le minacce alla loro vita, hanno effetti dannosi sul loro equilibrio psichico. Una condizione che può provocare diversi disturbi come ansia, depressione e stress post traumatico. Problemi che possono manifestarsi con la tendenza ad isolarsi e con la depressione oppure con un comportamento impulsivo e aggressivo.

In presenza di questi problemi è fondamentale l’aiuto dei genitori e i modelli di comportamento seguiti hanno una grande influenza sui bambini.

Come abbiamo già visto, esistono diversi stili di genitorialità nell’educazione dei figli. Qui ne vengono individuati tre:

  • permissivo
  • autoritario
  • autorevole

Un genitore permissivo è molto affettuoso e incoraggiante nei confronti dei figli, ma è limitato nella disciplina.

Uno autoritario è l’esatto opposto: impone una rigorosa disciplina, ma non dà ai figli il sostegno emotivo di cui hanno bisogno.

Invece il modello di genitore autorevole è il migliore, perché combina il sostegno emotivo con la disciplina e il dialogo aperto.

Al di là di questi modelli, comunque, è importantissimo l’affetto e il calore che un genitore dà ai figli, soprattutto in situazioni estreme come nelle zone di guerra.

Fondamentale è aiutare il bambino a superare il trauma. L’obiettivo degli studiosi israeliani è individuare i migliori modelli di comportamento per genitori che possano aiutare i bambini a superare i traumi di guerra e il ritorno ad una situazione alla normalità anche dopo il conflitto.

I ricercatori hanno scoperto che più i bambini sono erano esposti ad eventi traumatici e più soffrivano di disturbi mentali.

Nel prendersi cura dei bambini che hanno subito traumi di guerra, il modello del genitore autorevole è quello più efficace. I bambini devono seguire delle regole e allo stesso tempo ricevono molto affetto. Anche il calore umano madri si è rivelato importante.

Al contrario, i modelli permissivo o autoritario di genitore non proteggono i bambini dalle conseguenze psicologiche negative della guerra.

Il calore e all’affetto di una mamma hanno effetti miracolosi. Lo stesso tipo di comportamento non è uguale tra uomini e donne donne. Gli effetti benefici per i bambini, tra mamme affettuose e autorevoli, vengono soprattutto dalle donne. Gli uomini anche se applicano lo stesso modello non ottengono gli stessi risultati.

Le conclusioni della ricerca riconoscono dunque un ruolo importante alle madri e sono il punto di partenza per nuovi studi più approfonditi in futuro. Conclusioni utili anche per gli psicologi che hanno in cura bambini traumatizzati dalla guerra.

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Psychology, è stato riportato dal sito web ScienceDaily.

Voi unimamme che ne pensate?

Sugli effetti della guerra ricordiamo la storia della bambina estratta viva dalle macerie in Yemene e l’unica sopravvissuta della sua famiglia.

valeria bellagamba

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