Quando una donna diventa mamma deve stare attenta a come parla. L’universo della maternità è forse uno dei pochi in cui quasi per forza bisogna esprimersi sempre e comunque con termini amorevoli, pena la fustigazione. Scherzo, ovviamente, ma non tanto.
In questi anni di frequentazione di gruppi e forum ne ho lette e sentite di tutti i colori, figuriamoci se provi a sfatare il mito della mamma perfetta dicendo che certe volte i tuoi figli non ti stanno tanto simpatici. Apriti cielo! “Ma come ti permetti?” è la risposta più gentile.
Sì perché la mamma per essere tale deve essere a volte una bugiarda, almeno stando a quello che dicono molte utenti del web.
Una mamma non può scomporsi, non può non sopportare i capricci dei propri figli, non può dire che delle volte non ce la fa più e vorrebbe scappare. Eh, che scandalo! Ricordo i primi tempi di vita di Paola e al di là della depressione post partum che mi ha colpito, ho provato a dire che a volte avevo delle enormi difficoltà a stare con mia figlia, che non adoravo i suoi gorgoglii o i suoi pianti. Ricordo che uno mi risposte: “Si vede che tu non sai cosa voglia dire fare la mamma”.
Già, cosa vuol dire fare la mamma? Ingoiare rospi, indossare sempre un sorriso finto, dire a chiunque si incontri che è la cosa più bella della vita, che si è perdutamente innamorati del proprio frugoletto? No, per me non è così che si è mamme.
Una madre per me è tale se è vera. Se non sta sempre a soppesare le parole, se si arrabbia, se perde le staffe a volte. Ci sta, è un rapporto normale. E’ l’ambivalenza tra amore e odio che fa funzionare le relazioni (ovviamente un’ambivalenza sana). Non si capisce come sia possibile che questo sia assodato per tutti i rapporti, tranne che per quello madre-figlio. In questo caso ci devono essere solo felicità, cuoricini e contentezza senza fine.
Invece una mamma deve essere sincera – come ha ammesso anche una mamma blogger americana Annie Reneau su Scarymommy– così i nostri figli capiranno che non ci si può costruire un riferimento su un’immagine falsa e ipocrita. Ci saranno dei momenti in cui i bimbi sangue del nostro sangue non ci piaceranno, non ci staranno simpatici, ma ciò non farà venire meno il profondo amore che proviamo per loro.
Per esempio non sopporto quando Paola fa i capricci e al posto di fare ciò che le chiedo fa esattamente l’opposto; oppure non tollero i piagnistei di Vittoria quando si mette in testa di avere qualcosa e più le si dice no e più lei si incaponisce. Delle volte vorrei non essere chiamata 100 volte mentre sto cercando di lavorare, vorrei prestare attenzione a ciò a cui mi sto dedicando a quel momento e perdo la pazienza.
Come vedete non sono cose terribili, eppure rimangono sotto silenzio perché si ha paura di essere considerate delle cattive madri. Quanta sofferenza si eviterebbe! E quanto giudizi inutili si potrebbero salutare allegramente con una bella parolaccia.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di mamme imperfette e una lista di regole “salvavita”.
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