Unimamme, ci lamentiamo spesso che i nostri figli sembrano sempre attacati al cellulare, ora però sopraggiungono alcune novità riguardanti l’uso dello smartphone a scuola.
Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha annunciato che, venerdì prossimo, una commissione ministeriale si riunirà per costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in classe.
A quanto pare sono caduti gli ultimi pregiudizi nei confronti di questo strumento tra i banchi di scuola.
La Ministra ha difeso la sua scelta proclamando che non si può più continuare a separare il mondo dei ragazzi e quello della scuola.
“È uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata.”
Se un alunno viene guidato da genitori e insegnanti consapevoli delle potenzialità e dei pericoli di cyberbullismo e fake news potrà destreggiarsi meglio navigando, spera la ministra.
Il telefono in classe sarà quindi utilizzato come strumento didattico.
Per conoscere però più in dettaglio cosa prevederà effettivamente l’introduzione dello smartphone bisognerà attendere le successive circolari ministeriali.
Una ricerca effettuata da Louis-Philippe Beland e Richard Murphy, in un lavoro effettuato dalla London School of Economics ha dimostrato però che nelle scuole dove il telefono è bandito i voti sono più alti.
Infine, su questo tema è intervenuto anche Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva e padre di 4 figli.
“I nostri figli vivono ormai dentro i loro schermi e i genitori fanno sempre più fatica a fornire cornici chiare e regole di utilizzo. Ci sono bambini e bambine che non si tolgono mai di mano il telefonino. Lo controllano ossessivamente, anche quando dentro non c’è niente che vanno cercando. Semplicemente, come se fosse un tic, si perdono dentro senza fare null’altro”.
Come molti altri genitori Pellai si oppone alla novità proposta dalla Ministra. I genitori hanno fatto molta fatica, in questi anni, a cercare di stabilire delle zone franche dall’utilizzo dei cellulari, una di queste era la scuola, luogo dove è necessario essere connessi al presente, scrutare il volto dell’altro e dove fare attenzione a chi sta parlando non avviene svolgendo altre mille cose (controllare la posta, i social network, gli aggiornamenti sportivi).
“Le neuroscienze hanno in più occasioni dimostrato che la modalità multitasking –applicata ai compiti di studio, apprendimento, attenzione e concentrazione – invalida” aggiunge Pellai “da anni, alcuni specialisti che si occupano di prevenzione e relazione genitori/figli incontrano i genitori e parlano con loro affinchè sentano la necessità di costruire un progetto educativo intorno all’uso delle tecnologie in famiglia. E spesso il messaggio più importante che lasciano alle famiglie è: “riducete, eliminate, disintossicate la presenza dell’online nella vostra esistenza. Perché voi pensate di saperla controllare….e invece ve ne trovate controllati. Sempre di più.”
Ora spetta all’Italia provare questa innovazione, voi unimamme cosa ne pensate?
Secondo voi è saggio lasciare che i ragazzi portino a scuola lo smartphone?
Vi lasciamo con una ricerca che dimostra che gli smartphones ci rendono più stupidi.
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