La nuova legge sui vaccini prevede che per poter frequentare la scuola – dal nido fino a tutte quelle dell’obbligo -ogni bambino debba essere sottoposto a tutte le vaccinazioni disposte dal calendario vaccinale. Non solo: le famiglie devono presentare un’autocertificazione che attesti che queste vaccinazioni siano avvenute veramente.
Per esempio con Paola l’asilo ha voluto la fotocopia della tessera con tutte le vaccinazioni fatte. Mi sembra una scelta assolutamente giusta, soprattutto per tutti quei bambini che non possono essere vaccinati a causa di patologie o di un sistema immunitario danneggiato.
Chissà perché deve esserci sempre qualcuno che deve complicare la questione: è quello che è successo in provincia di Udine, dove una mamma, rifiutandosi di firmare l’autocertificazione, ha di fatto impedito che la figlia fosse inserita al nido. Non solo, ha anche chiamato i Carabinieri per comunicare che lei non avrebbe firmato.
Quando Federica C. si è presentata al nido di “Rosa De Egregis Gaspari” di Latisana, in provincia di Udine, ha precisato che non avrebbe firmato il documento e di non essere intenzionata a portarlo, visto che secondo lei i dati contenuti – “trattati dal personale scolastico, docente e non docente” – sono una chiara violazione della privacy. A questo punto ha preteso la presenza dei Carabinieri, che non hanno potuto far altro che verbalizzare e dire alla donna di riportare a casa sua figlia.
Peccato che la tanta invocata privacy valga solo per le vaccinazioni, visto che su Facebook la mamma ha esposto i fatti riportando addirittura nome e cognome della figlia: “La legge sui vaccini prevede diverse opzioni ovvero la presentazione di una dichiarazione in cui si indica quali vaccinazioni sono state effettuate, esonero, omissione o copia della richiesta di appuntamento presso l’Asl per la vaccinazione. Pertanto, io che non ho vaccinato allego copia di raccomandata all’Asl. Venerdì vengo diffidata dal portare mia figlia in asilo in quanto non ho compilato e firmato una dichiarazione imposta dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il documento non è assolutamente conforme ai fini della legge, che rifiuto quindi di firmare. Chiedo che i dati personali vengano trattati solo dal dirigente scolastico, come autorizzato dal Garante della Privacy”.
La donna si è poi ripresentata all’asilo dove la bimba è stata ammessa con riserva per un giorno solo: “Io sono in regola, l’asilo me lo deve riconoscere”.
E sul suo profilo Facebook c’è il logo “Se c’è possibilità di danno, pretendo libertà di scelta”, uno slogan dei “No vax”.
La signora in questione pretenderà anche la famosa libertà di scelta – e basta con questa cosa della libertà, ci siamo stufati – ma l’unica che ci è andata di mezzo, per il momento, è sua figlia.
E se volete leggerlo qui vi riportiamo il post integrale:
“Mattinata intensa oggi in asilo. La legge sui vaccini prevede diverse opzioni ovvero la presentazione di un autodichiarazione in cui si indica quali vaccinazioni sono state effettuate, esonero, omissione o copia della richiesta di appuntamento presso l’ASL per la vaccinazione.
Pertanto io che non ho vaccinato allego copia di raccomandata all’ASL. Venerdì vengo diffidata dal portare mia figlia in asilo in quanto non ho compilato e firmato l’autodichiarazione da loro imposta dalla regione FVG. Documento assolutamente non conforme ai fini della legge che pertanto rifiuto di firmare. Chiedo che i dati personali vengano trattati solo dal dirigente scolastico come autorizzato dal Garante della Privacy. Pertanto io oggi porto mia figlia all’asilo e, alla faccia della privacy, vengo fermata in corridoio dalla direttrice la quale mi dice che non posso lasciare la bambina perché altrimenti creerei difficoltà perché non può rimanere in asilo. La mia risposta è stata “Può, eccome se può”. Davanti all’ennesimo rifiuto Chiamo i carabinieri che mi passano la polizia locale in quanto non avevano personale disponibile. Arriva il Comandante della polizia che prende atto della situazione precisando che lui può solo prendere atto di quanto accade e verbalizzarlo, ma mi invita a non lasciare in asilo la bambina.
Chiamo un legale, è occupato, chiedo di essere richiamata. Nell’attesa mi viene intimato telefonicamente dalla presidente dell’asilo di lasciar lavorare la direttrice (ero nel suo ufficio). Attendo, nel frattempo mi raggiunge Erika per darmi sostegno. Giungono i carabinieri, non ho ben compreso da chi siano stati chiamati, il Maresciallo sostiene che effettivamente io ho presentato la documentazione richiesta dalla legge, ma non si spiega la mia difficoltà nel firmare l’autodichiarazione, constatando ampiamente che non sia conforme alla legge.
Perciò, siccome anche lui può solo verbalizzare, non può esprimersi in merito, ma io non posso lasciare la bambina in asilo. Veniamo fatte accomodare fuori, nel frattempo chiamo il legale che, visionati i miei documenti, sostiene che non c’è motivo per non accettare la bambina.
Rientriamo in ufficio e, la presidente scocciata ci dice che evidentemente a noi piace questa cosa. In poche parole io avrei dovuto tenermi a casa la bambina e prendermela con la regione in quanto ” avendo un documento prodotto dal legale rappresentante che sostiene che non sei in regola quindi la bambina non può frequentare e tu ti presenti lo stesso assumi un atteggiamento di sfida nei confronti dell’asilo” pertanto, visto che, nonostante io sia in regola con la legge, come anche scritto nella circolare ministeriale, ho dovuto portare a casa Valentina alle 13.00, tramite avvocato ho presentato una diffida legale. Tutto ciò con Andrea di neanche 2 anni al seguito. E domani Valentina torna in asilo”.
E voi unimamme, cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla dell’autocertificazione per i vaccini, che cos’è e a cosa serve.
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