Unimamme, oggi vi parliamo del messaggio di un papà, sperando che ciò è accaduto a sua figlia non si ripeta più.
“Ciò che le persone non sanno della sepsi è che si propaga in fretta e a gran velocità, Pippa è entrata in ospedale alle 7 di sera ed è morta alle 4 del mattino. Ci impiega poco a prendere una vita”.
La sepsi è una reazione a un’infezione in cui il corpo attacca i propri organi e tessuti, si sviluppa quando agenti chimici immessi nel flusso sanguigno dal sistema immunitario per combattere l’infezione causano infiammazione nel corpo.
Pippa era una bimba di 3 anni sana e rubusta, all’inizio di Aprile del 2014 si è sentita male, ma la famiglia ha pensato fosse un raffreddore.
Aveva la febbre alta e sembrava letargica.
“Non c’era niente di più preoccupante di questo”.
La piccina è andata avanti così per alcuni giorni, senza vomito e diarrea. Una notte però Pippa sembrava respirare con fatica e così hanno chiamato un’ambulanza.
In ospedale hanno trovato fluido nei polmoni e le hanno diagnosticato la polmonite, senza traccia di sepsi.
I medici le hanno somministrato degli antibiotici.
“Io sono rimasto con lei tenendole la mano, lo stavo facendo quando ha smesso di respirare. Ecco com’è andata”
“Mi hanno spinto fuori, è entrato il team di emergenza. Sua mamma non ha nemmeno fatto in tempo a tornare. Dopo 20 minuti mi hanno permesso di rientrare, in quel momento la mia vita è cambiata”.
“Io non avevo mai sentito parlare di sepsi, non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di combattere. Lei se n’è andata prima di poter provare. Se n’è andata in un battito di ciglia”.
Il papà di Pippa vuole che tutti sappiano la velocità con cui si diffonde la sepsi.
“Rovina la vostra vita, tutti incolpano se stessi quando muore un bambino, ma con questa malattia non hai possibilità a meno che non la noti subito“.
Howarth consiglia a tutti i genitori di chiedere ai medici: “potrebbe essere sepsi?”. Se questa malattia viene individuata subito e non ha ancora colpito organi vitali può essere trattata con antibiotici.
“Magari per noi non avrebbe cambiato nulla, magari saremmo stati sfortunati, ma magari Pippa potrebbe ancora essere qui con noi”.
“Se diffondendo la consapevolezza posso aiutare una persona a porre la domanda giusta e salvare una vita, quella sarà una famiglia che non dovrà passare ciò che abbiamo affrontato noi“.
Il papà di Pippa ha corso la maratona di Londra per aumentare la consapevolezza sulla pepsi raccogliendo 9 mila sterline.
“Facciamo con la sepsi ciò che abbiamo fatto con l’ebola e proviamo a combatterla”.
Infine Howarth conclude con questo messaggio: “dite ai vostri bambini che gli volete bene e coccolateli mentre potete farlo“.
Ecco alcuni sintomi della sepsi:
Unimamme cosa ne pensate della storia di questo papà raccontata su Huffington Post?
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