Giorgia Enache è una ragazza che probabilmente ha più dei suoi 17 anni. Ci sono delle persone a cui la vita – chissà perché – mette davanti delle prove più dure che ad altri e per questo sorprende come tanti, tantissimi, riescano a trovare la bellezza nella propria quotidianità anche se agli occhi degli altri è difficile.
Per Giorgia la bellezza è lo studio: è una delle migliori della sua classe, che frequenta al prestigioso liceo linguistico Lucrezio Caro di Roma, e durante una settimana di alternanza scuola-lavoro si è fatta notare alla Luiss. Eppure questa studentessa brillante e solare sta facendo tutto da sola, perché non ha una mamma e un papà che la sostengono.
Giorgia s’immagina in futuro come avvocato, visto che dice al Corriere di avere una passione per la legge e sicuramente ci riuscirà. Per il momento però, pur parlando 5 lingue, e prendendo ottimi voti, deve occuparsi anche di suo fratello, con cui vive dopo che i suoi genitori non ci sono più con lei.
“Io vivo con mio fratello, che ha 25 anni e lavora tutto il giorno — si è confidata mentre era intenta a scrivere una newsletter per l’ufficio stampa della Luiss —. Preparo da mangiare per entrambi, rassetto casa, bado a tutto io. Mamma è in Romania, per lavoro, e papà è morto tre anni fa“..
Sia chiaro che non vuole assolutamente essere compatita. Giorgia è figlia di due romeni, che erano venuti in Italia per dare un futuro ai loro figli: la sorella più grande che ha 28 anni ed è sposata, il fratello di 25 e lei appunto di 17.
“Parlo italiano, romeno, francese, inglese e spagnolo — spiega —. E mi piace studiare, penso che papà sarebbe orgoglioso di me”.
Il papà, purtroppo, è morto a causa di un tumore allo stomaco e da allora “la mia famiglia è andata in frantumi” dice la ragazza senza però dare cenno di debolezza.
La mamma è dovuta infatti ritornare in Romania per guadagnare qualcosa in più e per mantenere i figli, mentre Giorgia si sveglia ogni mattina e percorre in autobus la strada che da Capena la porta al centro di Roma per frequentare la scuola, occupandosi contemporaneamente anche della casa e del fratello, riuscendo comunque a pagare l’affitto tutti i mesi.
“Sono molto riservata. È stato abbastanza difficile cavarsela, mi sono sentita fragile. Ma bisognava andare avanti, cosa potevo fare?“.
Eppure dice: “No, in Romania non ci andrei, per me è un luogo di vacanze, non la mia patria… La mia vita è qui, voglio confrontarmi con questo mondo. So che mamma e papà saranno felici e orgogliosi di me. E forse anche i miei compagni di scuola: non hanno mai saputo niente della mia storia, adesso forse capiranno”.
Altro che principesse ribelli. Qui c’è una ragazza normale che sogna semplicemente la quotidianità.
E voi unimamme cosa ne pensate? Non pensate possa essere un incredibile esempio per i nostri figli, che spesso magari si lamentano di dover studiare o aiutarci un po’ in casa?
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