Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo in cui vi avevamo riportato il parere della SIPPS, Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale sulle diete vegetariane e vegane in gravidanza e nell’età evolutiva.
“Le diete vegetariane o vegane non sono adeguate nei bambini e nelle donne in gravidanza. La nostra posizione è fermamente critica”
Aveva dichiarato il presidente del SIPPS Giuseppe di Mauro, esprimendo un giudizio critico sulle diete vegetariane e vegane per mamme incinte e bambini fino all’età dello sviluppo.
In seguito a due incontri della SIPPS lo scorso luglio a Milano e Napoli, le conclusioni della Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale sono state nette: “La gravidanza è l’unico periodo della vita in cui la dieta alimentare influenza non solo lo stato di salute della donna ma anche quello del nascituro“, aveva detto ancora Di Mauro. “Le donne vegetariane possono andare incontro a seri problemi di carenza di micro e macro nutrienti“, aveva sottolineato il presidente della SIPPS, ribadendo che “la dieta ideale rimane quella mediterranea che soddisfa tutte le esigenze nutrizionali“.
Conclusioni che tuttavia sono state contestate dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV, un’associazione non-profit costituita da professionisti, studiosi e ricercatori in diversi settori favorevoli alla nutrizione vegetariana e competenti sui differenti aspetti delle diete a base di cibi vegetali, che ha replicato come segue.
La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV afferma che “Il documento di SIPPS assume una posizione negativa nei confronti della scelta di adottare diete vegetariane (inclusa quella vegana) in gravidanza ed età evolutiva, negando di fatto gli assunti riconosciuti dal mondo scientifico a livello globale da almeno trent’anni, che hanno definitivamente dichiarato non solo idonee, ma anche consigliabili, per una salute ottimale e per la prevenzione delle malattie degenerative, le diete a base vegetale (compresa quella 100% vegetale, cioè vegana), indicandole come adatte a qualsiasi età e fase della vita, comprese la gravidanza, lo svezzamento e l’infanzia, non solo l’età adulta”.
SSNV parla di “difetti di fondo ed errori di valutazione alla base delle conclusioni del Position Paper di SIPPS”.
“Il documento SIPPS – prosegue SSNV in un comunicato – non è congruente con le posizioni ufficiali espresse, da decenni, da importanti associazioni scientifiche e nega l’evidenza di migliaia di bambini vegetariani, nati da madri vegetariane (tra cui molti vegani) in ottima salute“.
Sempre secondo la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana: “Sono infatti vari i presupposti sbagliati e le basi limitate della ricerca di SIPPS che, ci teniamo a specificare, non è uno studio su un campione di pazienti, ma un lavoro di rassegna di studi effettuati nel mondo. Esattamente lo stesso tipo di analisi condotto dalle altre prestigiose associazioni straniere che sono però pervenute a risultati opposti, sancendo la validità di queste diete“.
“Sbagliato il punto di partenza, perché il documento SIPPS non fornisce una corretta definizione di dieta vegetariana (intendendo con questo termine sia la dieta latto-ovo-vegetariana che vegana): riduce la dieta latto-ovo-vegetariana a una dieta che esclude ‘Carni, pesci, molluschi e crostacei’ e la dieta vegana come una dieta che esclude ‘Tutti gli alimenti di origine animale, inclusi uova, miele, latte e derivati, propoli, pappa reale, polline’. Parlare di ‘esclusione’ però dice ben poco dal punto di vista della composizione nutrizionale della dieta. Bisogna invece far notare che i cibi fondamentali di una dieta vegetariana standard sono cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi (nemmeno citati dal documento SIPPS), grassi (oli vegetali), che sono esattamente gli stessi dell’originaria dieta mediterranea e gli stessi su cui deve essere basata anche una dieta onnivora“.
“Una dieta vegetariana standard ottimale – precisa SSNV – include l’assunzione quotidiana in modo variato di cibi vegetali appartenenti a tutti i gruppi fondamentali (in forma cotta o cruda), che sono: verdura, frutta, cereali, meglio se integrali o semintegrali (tranne nei primi periodo dello svezzamento, in cui va evitata la fibra), alimenti proteici vegetali: legumi e derivati (nella dieta latto-ovo-vegetariana viene aggiunto il consumo, in piccole quantità e con frequenza ridotta, alimenti animali come latte e derivati, uova, miele, alimenti comunque non necessari a raggiungere l’adeguatezza nutrizionale); semi oleaginosi e frutta secca; grassi vegetali (olio extravergine di oliva, olii da semi oleaginosi)”.
“La dieta vegetariana standard – continua SSNV – include l’assunzione di un integratore di vitamina B12 da sintesi batterica (lo stesso tipo di integratore che viene utilizzato in quantità ben maggiori nei mangimi degli animali d’allevamento). La carenza di vitamina B12, lo ricordiamo, è frequente anche nelle diete onnivore, nonostante i mangimi degli animali d’allevamento ne siano addizionati”.
La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana contesta la carenza di vitamina D, che “non si può ricavare che in minima parte dalla dieta, anche onnivora, quindi in caso di carenza va assunta da integratori, in ogni tipo di dieta“.
Per quanto riguarda il DHA, l’acido docosaesaenoico, nome comune acido cervonico, che fa parte della famiglia degli omega 3, ed è un acido grasso importante per salute, il suo integratore, precisa SSNV, “va assunto in alcuni stadi e età della vita in qualsiasi tipo di dieta“.
Dunque, replica la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana nelle diete vegetariane e vegane delle donne incinte non è vero che la vitamina B12 è sempre carente, né è carente è l’assunzione dei metaboliti DHA ed EPA degli acidi grassi omega 3. Per contro, le diete onnivore non sono di per sé automaticamente salutari, perché spesso sono “squilibrate dal punto di vista dei nutrienti assunti“. Secondo SSNV “è decisamente più facile pianificare una dieta 100% vegetale corretta rispetto a una onnivora, in quanto si escludono a priori alimenti dannosi alla salute umana”.
La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana cita infine l’americana Academy of Nutrition and Dietetics, secondo la quale: “[…] le diete vegetariane, comprese le diete vegane, adeguatamente pianificate sono salutari, […] possono conferire benefici per la salute […] sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusa gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia”.
Riassumendo la critica della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana alla Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale è riassunta in quattro punti:
E voi unimamme cosa ne pensate? Chi ha ragione secondo voi?
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