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Vitamine e integratori nei bambini: quali sono e quando darli

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valeria bellagamba

In Italia, come nei principali Paesi europei si tende fare un utilizzo sempre più frequente di prodotti alimentari destinati ad integrare la dieta con vitamine, sali minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale e via dicendo. L’utilizzo sempre più diffuso e frequente di integratori è dovuto a nuove mode salutiste e alimentari, spesso indotte dalla pubblicità. Ma non sempre sono necessari, anzi il loro abuso o utilizzo scorretto può essere dannoso.

La SIPPS, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale si è riunita in congresso nei giorni scorsi a Venezia per discutere anche di questo tema e dare indicazioni ai pediatri.

Vitamine e integratori: no all’abuso

La SIPPS raccomanda, soprattutto ai pediatri, un uso accorto di integratori alimentari e supplementi di vitamine, da somministrare ai bambini solo in caso di bisogno. Il fabbisogno di nutrienti, sali minerali e vitamine è soddisfatto soprattutto con un’alimentazione equilibrata, questo vale soprattutto per bambini e ragazzi in età da sviluppo.

Le principali vitamine, le loro funzioni, i benefici, le carenze.

Vitamine gruppo B

Sono idrosolubili. Non sintetizzate (o scarsamente) dall’organismo umano, generalmente non possono essere accumulate. Fonti: latte, pesce, uova, cereali, legumi, verdure, lievito di birra, grano saraceno, frutta. Il processo di cottura distrugge l’acido folico.

B1 (tiamina): interviene nella sintesi di acetilcolina, acidi grassi, aminoacidi, RNA e DNA e
ha un’azione neuromodulatrice. La carenza grave può portare al Beri Beri, con alterazioni del Sistema nervoso centrale e degli apparati cardiovascolare e gastrointestinale, stanchezza, irritabilità, inappetenza e disturbi di memoria. Fonte: cereali, legumi e frutta con guscio. Questa vitamina è importante per il Sistema nervoso centrale.

B2 (riboflavina): interviene nella conversione della piridossina in piridossal-fosfato, ossidazione di aminoacidi e acidi grassi, trasporto di elettroni nella catena respiratoria. La carenza, di solito insieme ad altre vitamine del gruppo B, può portare all’arresto della crescita, a lesioni delle mucose e dell’epitelio dell’occhio con cheiliti, glossite, aftosi, fotofobia, congiuntivite ed eczemi.

B3 (niacina o vitamina PP): le forme biologicamente attive sono NAD e NADP, che agiscono come coenzimi di molte ossidoreduttasi e intervengono nel trasporto di elettroni, nel metabolismo dei glucidi, degli acidi grassi e degli aminoacidi. La carenza cronica può portare alla pellagra, con dermatite, diarrea e alterazioni del Sistema nervoso centrale (depressione, insonnia, disorientamento e delirio). Oltre all’assunzione con i cibi, può essere sintetizzata a partire dal triptofano (di cui sono ricchi latte e uova).

B5 (acido pantotenico): precursore del coenzima A, cruciale per il metabolismo di carboidrati, aminoacidi, acidi grassi, fosfolipidi, colesterolo. La carenza è rara, perché è molto diffusa in natura. La carenza di questa vitamina si verifica in gravi stati di denutrizione, con sintomi come diarrea, dermatite, parestesie.

B6 (piridossina): interviene nel ciclo dei folati e nella sintesi di dopamina, serotonina, Gaba, noradrenalina e melatonina. La sua carenza dà luogo a disordini del sonno, del comportamento, declino cognitivo, neurite periferica, disturbi cardiovascolari, anemia e dermatite.

B8 (biotina): agisce come coenzima per alcune carbossilasi, coinvolte nel metabolismo energetico, sintesi degli acidi grassi, catabolismo degli aminoacidi.

B9 (acido folico): interviene nella sintesi, riparazione e metilazione del DNA, metabolismo dell’omocisteina e per le reazioni di divisione cellulare, essenziale nella prevenzione di malformazioni congenite. La carenza può avvenire in restrizioni dietetiche (o eccessivo consumo di cibi conservati) o malassorbimento (celiachia) o per assunzione di alcuni farmaci (barbiturici, estroprogestinici) o consumo di alcol eccessivo.

B12 (cobalamina): Necessaria per la sintesi del DNA e dell’emoglobina, controlla anche i livelli di omocisteina, tossica a livello endoteliale. La carenza di questa vitamina è rara nelle persone onnivore, perché è contenuta in carne, pesce, formaggi e uova. Quindi per i vegani è consigliata l’integrazione. Le patologie gastriche possono causare carenze di vitamina B12. I sintomi di carenza sono: stanchezza e perdita della memoria, oltre che disturbi a livello cognitivo, e accumulo di un aminoacido, l’omocisteina, sia a livello vascolare che nervoso, con aumentato rischio di insorgenza di disturbi cardiaci, ictus e trombosi vascolare con danni neurologici permanenti; anemia megaloblastica.

Vitamina C

Interviene nella sintesi del collagene e quindi del tessuto connettivo. La vitamina C è un potente antiossidante. Nel sistema nervoso centrale ha le seguenti funzioni: trasformazione della dopamina in adrenalina, sintesi e rilascio di ormoni, neurotrasmettitori, mielina e glia. Trasporto degli acidi grassi: sintesi della carnitina e funzionamento dei mitocondri. Fisiologia dell’endotelio: regolazione del flusso ematico e vasodilatazione (per es. migliora la circolazione cerebrale). Svolge un’azione antiossidante e detossicante; agisce nel metabolismo della vitamina E. Interviene nell’assorbimento del ferro. Regola la funzione delle piastrine. Il cattivo assorbimento della vitamina C può essere causato da patologie intestinali, patologie renali e assunzione di farmaci. La grave carenza di vitamina C provoca lo scorbuto, oggi raro. La fonte principale di vitamina C sono gli ortaggi e la frutta.

Vitamina D

Questa vitamina è un ormone liposolubile, sintetizzato nella cute in seguito all’esposizione ai raggi UVB (dal colesterolo endogeno), viene trasportata nel sangue e si deposita nel fegato, dove subisce una prima idrossilazione 25(OH)D per poi raggiungere il rene ed essere trasformata in 1,25(OH)D, che è la è la forma attiva. La vitamina D è essenziale per il metabolismo osseo, per il sistema immunitario, con un’azione antibatterica, antifungina e antivirale, e per il sistema respiratorio, con un effetto protettivo sulla funzionalità polmonare. Riduce il rischio di malattie autoimmuni. Ha positivi effetti sul feto: il feto di madre con livelli adeguati di vitamina D avrà un rischio di ridotto di ritardo di crescita intrauterino (e anche un effetto protettivo per lo sviluppo di respiro sibilante entro i 5 anni dalla nascita). Fonti alimentari: salmone, tonno, olio di fegato di merluzzo. Si ha carenza di vitamina D in presenza di patologie che colpiscono gli organi necessari al suo assorbimento.

Vitamina E

Si tratta di a un gruppo di composti liposolubili (tocoferoli e tocotrienoli) di cui l’alfa-tocoferolo è il rappresentante più rilevante. La vitamina E è un antiossidante che riduce la produzione di
radicali liberi dell’ossigeno
e quindi il danno cellulare e tissutale. La carenza di vitamina E è rara perché è presente in diffusamente in molti alimenti; di solito dipende da un’anomalia a carico dell’assorbimento dei lipidi, come l’insufficienza del pancreas esocrino, la colestasi grave e l’insufficienza intestinale cronica. L’integrazione di vitamina E in presenza di particolari patologie non è necessaria né negli adulti né nei bambini.

Vitamina K

E’ una vitamina lipofilica ed idrofobica, necessaria ai processi di coagulazione. Il deficit di vitamina K è raro nell’adulto, mentre è più comune nel neonato, per lo scarso trasporto placentare ed essendo poco presente nel latte materno. Pertanto, la profilassi con vitamina K è necessaria in tutti i neonati alla nascita. La carenza di vitamina K può causare emorragia nel neonato.

“Non date vitamine e integratori ai bambini sani”: i consigli dell’esperto

A margine del congresso, il professor Angelo Pietrobelli, medico chirurgo e professore associato alla clinica pediatrica di Verona ha precisato alcune buone regole di comportamento sulla somministrazione di vitamine e integratori ai bambini.

Non è necessario dare gli integratori ai bambini sani, ha detto Pietrobelli. Vitamine e integratori servono solo in presenza di carenze e non devono sostituire il cibo.

Gli integratori non servono nemmeno ai bambini che praticano sport – ha aggiunto il medico – basta seguire una dieta bilanciata e bere tantissima acqua durante l’attività sportiva.

Per una corretta alimentazione dei bambini e ragazzi è importante la consapevolezza delle famiglie e della scuola.

Il Ministero della Salute ha disposto che le bevande gassate non saranno più nei distributori nelle scuole dal prossimo anno. Una decisione molto importante. Per la salute è bene che i bambini facciano molta attività fisica, anche insieme ai genitori. L’educazione e la corretta informazione sono importanti, si può partire dai bambini a scuola, che a loro volta educano i genitori.

L’abuso di integratori, afferma il professor Pietrobelli, può portare al sovrappeso. Soprattutto se si tratta di integratori contenuti in bevande zuccherate. Zuccheri che si aggiungono a zuccheri. Più se ne prendono più il corpo li richiede.

Gli integratori semplici in pillole invece possono fare male al fegato. Dare vitamine ai bambini in pillole o compresse, in aggiunta all’alimentazione, non è corretto. Occorre fare degli esami per accertare le carenze vitaminiche. Solo nel momento in cui si accerta la carenza si deve integrare con le vitamine.

Ad esempio in Italia è molto frequente tra i bambini la carenza di vitamina D, che è importantissima per la crescita. Per integrare la vitamina D si seguono cicli trimestrali, di solito in inverno, quando c’è poco sole.

E voi unimamme che ne pensate di questi suggerimenti? Se volete potete approfondire andate direttamente sul sito della Sipps.

valeria bellagamba

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