Unimamme, oggi vogliamo condividere con voi una storia di ottima sanità italiana e dedizione che ha permesso di salvare alcune giovanissime vite.
Maria Majori è una pneumologa interventista che lavora da 15 anni presso l’Ospedale Maggiore di Parma dove, nel giro di 24 ore, si sono presentati tre piccoli: uno di 10 mesi e due di 2 anni con gravi insufficienze respiratorie causate da inalazioni di frammenti di cibo.
L’inalazione si ha quando il cibo o piccoli oggetti anziché arrivare nell’apparato digerente prendono la strada delle vie respiratorie, dando luogo a 2 tipi principali di ostruzione a seconda delle dimensioni, alla forma del corpo estraneo e al luogo dell’albero respiratorio dove questo si va a fermare:
Nel primo caso, in cui corpi estranei di grandi dimensioni ostruiscono l’albero respiratorio nella parte più alta, ossia laringe e trachea, si ha il rischio di soffocamento immediato e si può risolvere con le manovre di disostruzione pediatrica.
Nel secondo caso, in caso di inalazione di corpi estranei di piccole dimensioni che si posizionano in modo tale da non ostruire completamente l’albero respiratorio, si ha la comparsa di problemi respiratori come sibili o tosse frequente che spesso però non vengono prontamente diagnosticati perché si pensa ad altro. Nell’immediato questo tipo di ostruzione risulta meno grave di quella totale, ma nel medio-lungo periodo può portare a complicazioni polmonari, come collasso di “zone” del polmone, tosse con sangue, polmoniti ricorrenti. In questi casi non vanno eseguite le manovre di disostruzione, che possono anche peggiorare la situazione, ma occorre portare il bambino al pronto soccorso, come suggerito dal sito Faro Pediatrico.
Tornando al caso dei 3 bambini, la dottoressa Majori e i suoi colleghi sono riusciti a salvarli lavorando ininterrottamente. “Siamo stanchi, ma soddisfatti” ha dichiarato il medico.
I piccoli avevano segni di stress respiratorio con un polmome escluso dalla ventilazione, per questo si è dovuto intervenire in sala operatoria utilizzando un broncoscopio rigido.
“Ora sono tutti in buone condizioni: il bimbo di Salsomaggiore ha già fatto ritorno a casa, gli altri due piccoli pazienti saranno dimessi a breve” si legge in una nota dell’azienda ospedaliera.
Uno dei bimbi, il più piccolo, che aveva inalato inavvertitamente un seme di girasole il giorno prima, ha richiesto un intervento un po’ più delicato.
Le vie aeree di un bimbo di 10 mesi sono infatti molto ridotte (5/6 mm) e gli strumenti da usare hanno dimensioni minuscole, quindi bisogna essere precisi.
I bambini di 2 anni invece avevano inalato rispettivamente:
ed entrambi mostravano gravi difficoltà respiratorie.
Il fatto si è rivelato eccezionale per perché presso l’ospedale, come racconta la stessa dottoressa aRepubblica, si sono registrati circa 90 di casi (comunque rari) in 30 anni, mentre questa volta nell’arco di 24 ore ben 3!
La dottoressa lancia infine un avvertimento: “Quando c’è un’insorgenza di sintomi respiratori in bambini precedentemente asintomatici bisogna pensare a questa evenienza. Non sempre c’è lì qualcuno che vede che al bambino è andato, come si dice, di traverso qualcosa. Un campanello di allarme importantissimo è un bambino che improvvisamente inizia a sviluppare dei sintomi respiratori, anche solo un sibilo. Tutte e tre le mamme sentivano un sibilo“.
Unimamme, che ne pensate di questi casi? Eravate al corrente di questo rischio?
Noi non possiamo che applaudire l’impegno di questa dottoressa e di tutti gli altri colleghi che mettono grande passione nella loro professione per salvare il prossimo, in questo caso specifico dei bambini piccolissimi.
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