Aspettare ad avere figli – come purtroppo oggi si fa per via di tante ragioni – può essere molto pericoloso non solo perché la gravidanza può presentare delle complicazioni, ma già a monte, al momento del concepimento.
Per esempio un uomo che riesce a concepire dopo i 50 anni ha una qualità dello sperma molto inferiore rispetto a uno più giovane e questo può far sì che contenga delle anomalie genetiche che possono portare appunto a delle malattie del feto.
Secondo infatti una nuova ricerca, pubblicata su “Nature”, esiste una relazione tra età e mutazioni genetiche, ed è più forte per i padri: infatti per ogni anno in più le mutazioni aumentano di 1,51 mutazioni, mentre l’aumento dell’età della madre provoca nel figlio un aumento di solo 0,37 mutazioni.
Più il papà e la madre sono anziani, maggiori rischi ci sono per i figli
Una ricerca condotta da deCode genetics – un’azienda di biotecnologie – basata sull’analisi del genoma di 14000 islandesi appartenenti a 1500 gruppi famigliari ha scoperto che ci sono nuove mutazioni genetiche in relazione al sesso dei nascituri e all’età dei genitori.
Le mutazioni genetiche sono importanti perché testimoniano l’adattamento di un organismo all’ambiente, ma sono anche la principale causa di nuove malattie genetiche e rare tra i bambini.
Le scoperte fatte dai ricercatori, come si legge su LeScienze, sono le seguenti:
- ognuno di noi è portatore in media di 70 mutazioni genetiche di cui non erano portatori i genitori
- il numero delle mutazioni aumenta con l’età dei genitori, soprattutto del papà.
- in alcune regioni del genoma, pari al 10% di esso, la frequenza delle mutazioni è quasi doppia e provengono soprattutto dalla madre.
Il fatto che il numero delle mutazioni aumenti soprattutto per l’aumento dell’età del papà dipende dal fatto che il numero di cellule uovo della donna è di un numero stabilito fin dall’inizio della vita e che, anche quando un ovulo non matura completamente fino all’ovulazione, non si divide mai. Non vale lo stesso discorso invece per gli spermatozoi che continuano a dividersi per tutta l’esistenza aumentando così gli errori nella copiatura del genoma.
Circa le regioni del genoma più soggette a mutazione, si tratta, come spiegato da un’autrice dello studio, Kari Stefansson, “di regioni che sono state vulnerabili a rotture dei filamenti di DNA per un lungo periodo di tempo e che i tratti legati ai geni in questa regione devono evolvere più velocemente di altri tratti.” In queste regioni le mutazioni sono uguali in percentuale tra quelle imputabili alla madre e al padre, ma con il passare del tempo quelle provenienti dalla madre aumentano più velocemente.
Una notizia davvero molto importante per le coppie che decidono di avere un figlio. Il tempo, purtroppo, è tiranno e con questo bisogna farci i conti.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di fertilità maschile e 12 consigli per aumentare le possibilità di concepimento.