I genitori di oggi vengono messi a dura prova: nuove tecniche educative, sempre sotto la lente del giudizio. Non è semplice, anche perché sembra sempre di non essere all’altezza. Anche gli esperti rimproverano i genitori di essere troppo morbidi, di crescere figli incapaci di stare al mondo, di non avere un giusto modo. Per fortuna c’è anche qualcuno che sta dalla loro parte come Chiara Saraceno, sociologa, che ha scritto un libro intitolato “Mamme e papà. Gli esami non finiscono mai”, in cui forse per la prima volta anche madri e padri non vengono dipinti come inadeguati.
“Oggi tutti vogliono dire la loro: i nonni paterni, i nonni materni, gli insegnanti, la televisione, i blogger. Questo eccesso di normatività mi colpisce sempre molto. Si stanno moltiplicando i soggetti che, sul modo più consono di crescere i figli vogliono dettare la legge. Con una conseguenza disastrosa: che ci si sente sempre inadeguati” racconta la sociologa a emiliaromagnamamma.
L’eccesso di medicalizzazione in gravidanza e l’affidamento eccessivo al “naturale” (pannolini lavabili, alto contatto, allattamento al seno prolungato per esempio) sono degli effetti di questa iperinformazione. Con la conseguenza che quando le donne si sentono sopraffatte dal loro ruolo non possono dirlo e vengono giudicate delle pessime madri: “Perché se da un lato le donne sentono di essersi emancipate e rivendicano il fatto di aver fatto i figli quando lo volevano loro, dall’altro non accettano di vivere un conflitto così radicale tra la maternità e la libertà. Di fatto, è diventato ancora più difficile autorizzarsi a provare sentimenti negativi nei confronti dei propri figli o della propria condizione di madre. All’epoca dissi quelle parole in modo molto disinvolto. Oggi non lo farei con la stessa spontaneità”.
E i nuovi padri? “Fare i padri non significa solo aiutare le madri ad accudire e crescere i figli. Significa, al contrario, una pienezza umana che solo in parte ha a che fare con la suddivisione equa dei compiti domestici e di cura tra donne e uomini. La parola ‘mammo’, che non a caso non utilizzano gli uomini accudenti, dà proprio l’immagine di un uomo che non si rinnova ma che resta all’ombra della donna, negandosi di fatto una splendida e unica opportunità”.
Chiara Saraceno dice che le nuove famiglie non devono essere amiche dei figli: “Mi preoccupano i genitori che provano a fare gli amici dei figli, che rifiutano la distanza generazionale: tenere una posizione diversa non significa sopraffare i figli e può comunque far rima con uno stile genitoriale amichevole. Ma i grandi devono aiutare i più piccoli a stare al mondo, indicando loro una strada. Mettersi a pari livello è un grosso errore. Lo è allo stesso modo della mania di controllo totale che vedo in altri genitori, quella tendenza a essere così attenti e presenti da rendere i figli trasparenti”.
E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla dei genitori che non sono perfetti: i motivi per cui si sentono più facilmente in colpa.
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