Lo dimostra il caso di una bambina di appena 13 anni che in Marocco è stata promessa in sposa a un uomo di 27 anni. Fortunatamente però il matrimonio, almeno per ora, è stato evitato.
La cerimonia era già iniziata e i parenti, che probabilmente la ritenevano una cosa normale, hanno iniziato a condividere su Facebook le foto della festa.
Grazie proprio a queste foto che raffiguravano anche la sposa bambina, vestita di bianco, molte persone si sono indignate, condividendo e permettendo a qualcuno di avvertire la polizia.
In Marocco la legge sul diritto di famiglia dal 2004 ha cambiato l’età minima per le ragazze: prima dei 18 anni (prima erano 15) non ci si può sposare, tranne “casi eccezionali”, ma evidentemente questa legge non è ancora molto osservata.
In realtà si sono date diverse versioni della stessa notizia: su Moroccoworldnews si legge che alla polizia che è riuscita a fare irruzione nell’albergo dove si teneva la cerimonia è stato poi detto che non si trattava di un matrimonio, ma di un fidanzamento e che la bambina era consenziente.
Su altri siti, che hanno riportato anche la foto della bimba, si racconta che oltre alla polizia erano accorse all’hotel diverse persone per verificare di persona dopo aver visto le foto sui social e che era stata la madre ad aver obbligato la ragazzina.
In ogni caso la cosa buona è che in moltissimi si sono indignati, permettendo alla polizia di intervenire.
Su Girlsnotbrides si legge che il tasso di spose le bambine in Marocco è stimato essere intorno al 16%.
Purtroppo la cultura che vede il matrimonio delle bambine come una forma di protezione contro l’insicurezza economica è ancora molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Inoltre alcune famiglie riferiscono che preferiscono sposare le figlie ancora piccole per salvarle da eventuali violenze sessuali.
Certo impedire un matrimonio è ben poca cosa rispetto al numero di matrimoni forzati e di spose bambine, che solo in Marocco nel 2014 sono state più di 30 mila. Speriamo però che notizie del genere possano aiutare ad aumentare il numero di persone contrarie a questo fenomeno, e che possano fungere da deterrente per altri.
Non dimentichiamo infatti che per sposarsi le ragazze devono lasciare la scuola, con conseguenze di marginalizzazione sociale, e diventano madri in giovanissima età con grandi rischi per la loro salute psico-fisica.
Insomma, c’è ancora molta strada da fare, ma parlarne rappresenta sicuramente un passo. E voi unimamme, che ne pensate?
Vi lasciamo con l’incredibile storia di una ragazza che da sola ha salvato 900 bambine.
Segue il video di Amnesty International.
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