Ma cos’è lo stato vegetativo? Come si legge su Le Scienze, occorre distinguere nei disordini della coscienza, derivanti da lesioni cerebrali:
L’esperimento attacca la convinzione comune che i pazienti che hanno trascorso più di un anno in stato vegetativo non potranno più recuperare la coscienza.
Gli autori dello studio, un’équipe medica dell’Institut des Sciences Cognitives Marc Jeannerod di Lione, in Francia, i cui risultati sono stati pubblicati su Current Biology, effettuato su un paziente di 35 anni considerato in stato vegetativo persistente senza possibilità di miglioramento, hanno utilizzato una tecnica sperimentale.
I ricercatori hanno impiantato nel torace dell’uomo un neurostimolatore del nervo valgo, che è il nervo più lungo del corpo umano e che collega il cervello con cuore, polmoni e tratto digestivo. Dopo solo un mese l’attività cerebrale del paziente e di conseguenza le sue risposte all’ambiente circostante sono aumentate. Da uno stato vegetativo secondo i medici è passato a uno stato di minima coscienza.
L’uomo infatti durante la terapia ha iniziato a interagire gradualmente con chi gli era intorno, seguendo con l’occhio un oggetto o girando la testa su richiesta. La madre del ragazzo ha anche dichiarato che ora rimane più tempo sveglio mentre il suo terapeuta gli legge un libro.
Oltre a questi risultati, anche l’elettroencefalogramma e la Pet (tecnica diagnostica di medicina nucleare) hanno confermato un aumento dell’attività cerebrale nelle regioni responsabili del movimento, delle sensazioni e della consapevolezza.
In precedenza la stimolazione del nervo valgo era stata utilizzata solo per alleviare sintomi dell’epilessia e della depressione, e per esperimenti sugli animali.
Lo studio che offre molta speranza ora dovrà essere ampliato, interessando un numero più ampio di pazienti, e se i risultati saranno positivi, si potrà pensare alla stimolazione come a un trattamento per i pazienti affetti da disturbi della coscienza.
Angela Sirigu, coautrice dell’articolo, ha dichiarato “Con la stimolazione del nervo vago è possibile migliorare la presenza al mondo dei pazienti”.
E voi unimamme che ne pensate? Noi, pensando alle famiglie con in casa persone in stato vegetativo, troviamo sia una fantastica notizia e speriamo che al più presto giungano nuove conferme.
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