Quando una donna partorisce in maniera naturale, tutti le dicono che è la soluzione migliore: ci si alza subito in piedi e la ripresa è più rapida. Certo, in linea di principio è così, ma vogliamo parlare dei punti (spesso l’episiotomia viene praticata anche quando non è necessaria), delle emorroidi, della difficoltà di sedersi, della vagina che è un’estranea dopo il parto? Di tutto questo non si dice nulla e sembra appunto che il parto naturale sia il paradiso mentre per esempio il cesareo sia da disprezzare. Ecco allora tutti i falsi miti sul parto vaginale che non dovrebbero più esistere (anche per aiutare le donne a non crearsi delle aspettative irrealistiche).
I miti sul parto vaginale assolutamente falsi
1 – Le acque si rompono come nei film: sapete che tutti i film hanno una scena in cui le acque si rompono e sembra che si sia appena fatto scoppiare il più grande pallone pieno d’acqua del mondo? Non è realistico. Quando è arrivato il momento, la rottura delle acque sembra più un gocciolio piuttosto che uno scoppio. Infatti solo il 10% delle donne rompe le acque spontaneamente e molto spesso i medici lo fanno in ospedale.
2 – Puoi non richiedere alcun clistere: Quando hai un parto vaginale, non è necessario che venga usato il clistere. Alcune ostetriche raccomandano di usarlo per iniziare il travaglio, ma non è una parte d’abitudine del parto vaginale che bisogna considerare: si può anche richiedere di non averlo.
3 – La placenta viene espulsa subito: l’espulsione della placenta non è immediata come le persone possono pensare. E’ vero che in alcuni casi può avvenire più velocemente, ma in molti casi ci vogliono 30 minuti dal parto per l’espulsione.
4 – Contrazioni smettono quando inizi a spingere: le contrazioni sono considerate come il preludio della fase espulsiva, ma non scompaiono una volta che inizia il travaglio attivo. Come sottolinea il mensile “Parents”, anche se potrebbero diventare meno forti, le contrazioni sono ancora presenti durante il travaglio.