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“Speravo che mio figlio morisse nel sonno”: l’appello di una mamma depressa

Published by
Valentina Colmi

Una mamma ha ammesso di essersi augurato che suo figlio più piccolo potesse “morire nel sonno”. In una ammissione molto franca, postata e poi cancellata su Reddit, l’utente “ihatemythird” ha parlato di quanto non sopporti suo figlio di 3 anni e che ha voluto che morisse fin dal momento in cui ha scoperto la gravidanza.

Donna scrive un post dove dice di odiare suo figlio

Ha raccontato che lei e suo marito avevano già due figlie quando ha scoperto di essere incinta di 16 settimane e che era troppo tardi per abortire.

Ha detto: “Mi sento orribile a dire questo ma speravo che questa gravidanza avesse dei problemi seri, così che potessi abortire”. “Ma è sano. Ho odiato la falsa felicità quando ricevevo le congratulazioni”

La situazione è peggiorato quando a questa mamma incinta di 36 settimane è stato detto che era “una risorsa non necessaria” al lavoro.

La mia carriera probabilmente sarebbe stata molto più brillante se non avessi avuto questa gravidanza- adesso lavoro in un posto di merda in un ruolo di merda che odio”.

“Onestamente l’ho odiato per i primi 18 mesi della sua vita” ha scritto, spiegando che il figlio ha sofferto terribilmente di coliche e reflusso e che non ha dormito fino ai 15 mesi.

“Non voglio essere insensibile nei confronti di qualcuno che ha sofferto per una perdita, ma ad essere onesta, mio marito e io abbiamo avuto un periodo in cui speravamo morisse nel sonno così saremmo stati sollevati“.

“Ho pianto. Volevo più di ogni altra cosa aver capito di essere incinta prima e di aver abortito come volevo”.

Nel post la donna dice di essere andata da due differenti terapisti visto la lotta che compie con la presenza del suo figlio più piccolo, che ha detto essere diventato “un bambino difficile e le cose non sono migliorate per la sua famiglia“. Ha aggiunto che non sente niente nei riguardi di suo figlio, eccetto un obbligo, a differenza delle sue figlie più grandi, di 6 e 8 anni: “Sento amore e voglia di prendermi cura delle mie figlie perché le amo sinceramente, ma quando guardo mio figlio vedo solo un obbligo”.

“Le ho sempre volute. Non ho mai voluto lui. Presumevo che l’amore e i sentimenti materni sarebbero arrivati dopo la nascita, ma non è successo…probabilmente per quanto lui fosse un bambino difficile”.

“Se una delle mie figlie mi chiede di leggerle un libro, glielo leggo volentieri. Se mio figlio mi chiede di leggerlo, dico sì, ma mi sembra un dovere”.

“Sento che quando abbraccio le mie bambine e dico loro che le amo, lo provo, mentre quando lo dico a mio figlio, devo controllare le emozioni”.

“Quando vuole parlare con me, non sono realmente interessata, come lo sono quando le mie figlie parlano con me. Quando arriva e mi abbraccia.. non sento niente, ma mi sento felice e amata quando lo fanno le mie figlie”.

“Fondamentalmente speravamo che non nascesse”

Tuttavia, questa madre “travagliata” – sicuramente bisognosa di aiuto – non vuole che questo risentimento continui nella vita del suo terzo figlio così ha chiesto aiuto alla rete. Ha scritto: “Mi sento in colpa e non voglio sentirmi in questo modo, per questo sono qui“.

Non voglio una lezione, voglio un aiuto che mi permetta di non sentirmi così. Odio sentirmi in questo modo, non voglio sentirmi così. Sono solo…non lo so”. “So che non ha chiesto di venire al mondo e che si merita il meglio, ma non so come sentirmi differente nei suoi confronti”.

Il Mirror che ha riportato questa confessione racconta che l’ha trovata in un forum dove ci sono genitori che provano sensazioni simili con i loro figli.

Una ha scritto: “Onestamente, probabilmente non se ne andrà mai via. Sono nella stessa situazione. Il mio fallimento sul controllo nascite adesso ha 14 anni. L’aborto era illegale allora nel mio Paese. Ancora non gli voglio bene e me ne prendo cura perché è un mio dovere. Mi sento molto dispiaciuta per lei, come mi sono sentita dispiaciuta per me al tempo. Mi è stata negata la possibilità che volevo fare”.

E’ evidente che questa donna ha un urgente bisogno di aiuto e che invece che confidarsi in rete dovrebbe trovare uno specialista – anche se ha già detto di averne visti due – che la aiuti ad uscirne con un percorso serie di terapia.

Non sta facendo male solo a se stessa, ma anche al bambino che sicuramente crescere con degli enormi problemi di autostima sentendosi non amato. E il marito? Che ruolo ha in questa storia?

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla del fatto che la depressione è già visibile a 14 anni e i genitori non lo sanno.

Valentina Colmi

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