Una storia che fa venire i brividi e commuove nel profondo, è quella di Eva Mozes Kor, bambina sopravvissuta ad Auschwitz e ai mostruosi esperimenti del dottor Mengele a cui fu sottoposta insieme alla sorella gemella.
Eva oggi è una nonna di 83 anni, una donna forte, vivace, dotata di senso dell’umorismo. Sembra incredibile quello che ha passato.
Il coraggio di Eva Mozes Kor è qualcosa di fuori dal comune, di sovrumano. Sopravvissuta insieme alla sorella Miriam agli atroci esperimenti dell’angelo della morte Mengele, il medico che torturava i bambini gemelli ebrei, Eva ha compiuto una scelta per molti inconcepibile.
Eva e Miriam erano due bambine ebree della Romania, che nel 1944 all’età di dieci anni furono deportate ad Auschwitz-Birkenau, come molti altri ebrei da tutta Europa. Arrivarono con il treno merci, stipate come bestiame insieme ai genitori e due sorelle più grandi.
Al loro arrivo al campo di concentramento furono subito separate dai genitori e dalle sorelle, tra lo strazio della madre.
“Una volta che le guardie naziste hanno saputo che eravamo gemelle, Miriam ed io stiamo state portate via da nostra madre, senza nessun avvertimento o spiegazione. Le nostre urla non venivano ascoltate. Ricordo di aver guardato dietro e di aver visto le braccia di mia madre protese in fuori in disperazione mentre un soldato ci portava via. Quella è stata l’ultima volta che l’ho vista” ha raccontato.
Non rividero più i genitori e le sorelle e non hanno nemmeno dei documenti che attestino la data della loro morte.
Eva e Miriam furono separate dal resto della famiglia e risparmiate dalla camera a gas in quando gemelle. I nazisti erano interessati a loro per gli esperimenti “scientifici” che il dottor Joseph Mengele conduceva sulle coppie di gemelli.
Le bambine si salvarono dalla morte immediata, ma furono sottoposte ad esperimenti e trattamenti disumani:
Circa 1500 coppie di gemelli, 3000 bambini sono stati abusati a Auschwitz, e di questi la maggior parte è morta a causa degli esperimenti.
A causa di questi trattamenti anche Eva si ammalò gravemente, lo stesso Mengele le disse che non sarebbe sopravvissuta, ma la bambina nonostante le gravi condizioni e uno stato di semi incoscienza riuscì a riprendersi. Disse a se stessa con tutte le forze che doveva continuare a vivere.
Quando Eva si sentì meglio tornò dalla sorella Miriam che trovò silenziosa e sotto shock. La bambina era stata sottoposta a nuovi esperimenti che non volle rivelare alla sorella. Lo fece solo 40 anni dopo.
A gennaio del 1945 l’Armata Rossa arrivò al campo di concentramento di Auschwitz e le due bambine insieme agli altri prigionieri furono liberate. 200 bambini furono trovati vivi e la maggior parte erano “gemelli di Mengele”.
Tornarono poi in Romania dove furono affidate ad una zia, anche lei sopravvissuta all’Olocausto.
Eva e Miram tornarono a frequentare la scuola ma all’età di 16 anni si trasferirono in Israele. Dieci anni dopo, nel 1960, Eva conobbe il suo futuro marito, un altro sopravvissuto all’Olocausto, Michael Kor, cittadino americano.
Eva si trasferì con il marito negli Stati Uniti e lì iniziò una nuova vita, mentre la sorella rimase in Israele.
Eva non mise da parte il ricordo di quella terribile esperienza ad Auschwitz e nel 1984 fondò un’associazione dedicata ai gemelli sopravvissuti agli esperimenti nazisti, CANDLES, “Children of Auschwitz Nazi Deadly Lab Experiments Survivors“.
Come testimone di quella mostruosa esperienza, Eva, negli anni è tornata ad Auschwitz per sensibilizzare le nuove generazioni ed evitare che la memoria si perda.
La sorella gemella aveva avuto gravi problemi ai reni, che non le erano più cresciuti dopo gli esperimenti subiti ad Auschwitz: erano rimasti quelli di una bambina di dieci anni. Le tre gravidanze a cui non aveva voluto rinunciare complicarono la sua situazione, con gravi infezioni.
Eva stessa donò alla sorella un rene, ma Miriam comunque morì nel 1993.
Il gesto più clamoroso che ha fatto, però, è stato quando dopo aver conosciuto uno dei medici che aveva lavorato con Mengele, il dottor Munch, è andata ad Auschwitz con lui in occasione dei 50 anni dalla liberazione.
Qui il medico ha firmato davanti alle vecchie camere a gas un documento in cui raccontava tutto ciò che era successo nel campo, da opporre a qualunque negazionista, ed Eva ringraziando il medico per la sua collaborazione, leggendo una lettera per scrivere la quale aveva impiegato 4 mesi, annunciò al mondo che lei lo perdonava, e perdonava i nazisti.
Grazie alla forza del perdono si era liberata di un peso: .lei stessa ha riconosciuto che perdonare è un grandissimo potere, che è lei a decidere come e quando esercitarlo.
La storia straordinaria di Eva Mozes Kor è stata anche raccontata nel documentario Forgiving Dr. Mengele del 2006.
Eva Mozes Kor ha detto: “Non possiamo cambiare quello che è successo, questa è la parte tragica della storia. Ma possiamo cambiare il modo con cui ci rapportiamo ad essa“.
E per finire, questa incredibile donna ha anche accettato di “adottare” il nipote del comandante in carica ad Auschwitz: Rudolf Hoess.
E voi unimame cosa dite? Difficile trovare le parole giuste per commentare questa vicenda.
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