Qualche anno fa uscì un film che si chiamava “Ma come fa a fare tutto?” in cui Sarah Jessica Parker tentava di fare la madre di famiglia e la professionista cercando di essere contemporaneamente al top in entrambi i casi. Ricordo una scena in cui si era dimenticata di fare una torta per la festa della scuola: l’aveva comprata al supermercato e l’aveva volontariamente schiacciata con il matterello perché sembrasse fatta in casa. Ovviamente una volta a scuola il confronto con le altre mamme era impietoso: loro avevano avuto il tempo non solo di cucinare, ma anche di farlo in maniera sana e realizzando delle torte straordinarie, aumentando i sensi di colpa della protagonista.
Ho pensato a questo dopo aver letto ciò che ha scritto una mamma raccontando come ha compreso che tentare di fare tutto sia sbagliato.
Johanna Goodfellow è una mamma americana che su Scary Mommy ha appunto parlato di come si sente ogni mamma – lei compresa – che tenta di fare tutto ogni giorno: lavoro, figli, spesa, casa senza considerare che la vita è forse anche altro.
Johanna ha raccontato un episodio nel quale doveva incontrarsi con una sua amica dopo essere andati a prendere la figlia. Johanna ha ammesso di essersi vergognata della sua auto, che è un vero e proprio caos perché sia lei sia i suoi figli non ci prestano molta attenzione: “quando arrivo a casa, esco dalla mia macchina e non me ne preoccupo fino a che non devo rientrare nel vortice. Ho deciso che ci sono cose più importanti che mi aspettano dentro, cose preparare il pranzo per mantenere i miei figli in vita e…la lavatrice”.
Johanna racconta di essersi scusata per il caos in macchina e che l’amica l’ha tranquillizzata dicendo che anche la sua macchina è un caos. Johanna però sul momento non le ha creduto: indossava un abito a fiori perfetto e aveva anche i capelli acconciati perfettamente, “una perfetta pubblicità di una donna in carriera”.
Dopo l’uscita le due si sono salutate e il giorno dopo al lavoro Johanna ha ricevuto un messaggio con una foto: quella di una macchina davvero in disordine e la didascalia “per farti ridere”.
“Perché pensiamo che gli altri stiano facendo un lavoro migliore del nostro? In quel momento mi sono sentita meno un fallimento e una donna normale che lavora e cerca di tenere tutto insieme alla perfezione, non è realistico. Da qualche parte lungo la strada, abbiamo imparato che ogni aspetto della nostra vita deve essere perfettamente in ordine per essere considerato un successo, così cerchiamo di nascondere queste parti di noi stessi. Le parti della nostra vita che sono incasinate e difficili perché siamo terrorizzate che se le mostriamo qualcuno potrebbe considerarci un fallimento”.
“Forse abbiamo bisogno di più di questo, di essere più vulnerabili. Siamo aperti e condividiamo le nostre storie, quelle grandiosi e quelle difficili. C’è il conforto di sapere che non siamo soli. Grazie alla mia cara amica che mi ha ricordata che ogni giorno siamo ancora insieme in tutto ciò e che ha condiviso tutta la sua merda con qualcuno come me”.
“E questa è la vita: tante cose da fare in un giorno ma solo poche ore per farle”.
E voi unimamme cosa ne pensate? Vi sentite in colpa quando non riuscite a fare tutto?
Intanto vi lasciamo con il post che parla del fatto che quando si ha un figlio bisogna lasciare il lavoro: i sacrifici delle mamme.
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