Vaccinazioni in Italia: coperture troppo basse e insufficienti per l’immunità di gregge. L’allarme viene dai pediatri dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), che in questi giorni si sono riuniti a Roma per il Congresso Nazionale scientifico “Bambini Insieme a Noi”.
L’allarme viene dai pediatri italiani e riguarda un tema di cui si dibatte da tempo e che è al centro di aspre polemiche: le coperture vaccinali in Italia. Come sappiamo da alcuni anni i livelli di vaccinazione sono scesi di molto nel nostro Paese, al di sotto della soglia di sicurezza del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Complici in parte al pigrizia, per una questione che non viene percepita come urgente, e soprattutto il movimento antivaccinista, che da una decina di anni si è radicato profondamente nel nostro Paese, con un’agguerrita macchina della propaganda che ha seminato terrore tra le famiglie e generato una gran quantità di disinformazione e bufale.
Proprio questa situazione ha spinto il Ministero della Salute a intervenire introducendo l’obbligo di vaccinazioni per 10 malattie (difterite, tetano, pertosse, Haemophilus influenzae tipo b, poliomielite, epatite B, contro le quali viene somministrato il vaccino esavalente; morbillo, parotite, rosolia, varicella, contrastate con vaccino quadrivalente). Non sono obbligatori ma consigliati i vaccini per il meningococco B e C, il rotavirus e lo pneumococco.
Prima del Decreto Lorenzin erano obbligatorie solo 4 vaccinazioni: antidifterite, antitetanica, antipoliomelite e antiepatite B. Comunque senza che fossero previste specifiche sanzioni.
A inizio anno l’Italia era entrata tra gli osservati speciali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’epidemia di morbillo, che dall’inizio del 2017 ha provocato 4.575 casi di cui 4 decessi (tre bambini e un adulto), secondo il report di Epicentto aggiornato al 26 settembre 2017.
I pediatri riuniti al congresso FIMP hanno espresso preoccupazione per il calo del numero dei bambini immunizzati, che tuttavia dovrebbe essere invertito con l’introduzione delle vaccinazioni obbligatorie.
“Siamo sotto la soglia di sicurezza del 95% per diverse gravi malattie come polio, difterite e tetano. Tassi inferiori al 90% sono invece registrati per morbillo, parotite e rosolia“.
Per invertire la rotta, la Federazione Italiana Medici Pediatri ha sottolineato che proprio il pediatra può dare il suo contributo fondamentale, grazie al rapporto di fiducia continuativo e privilegiato che ha con le famiglie, favorendo le vaccinazioni e dando assistenza e corrette informazioni ai genitori.
Giampietro Chiamenti, presidente nazionale FIMP, ha affermato:
“C’è bisogno di rimodulare l’offerta e modernizzare un sistema che negli ultimi anni ha evidenziato diverse difficoltà. Eseguire l’atto vaccinale non è solo fare una puntura ma comporta tutta una serie di passaggi che il pediatra di famiglia può compiere al meglio. Siamo pronti a collaborare con le Istituzioni e a dare il nostro contributo per rendere effettivamente operativi ed efficaci i nuovi provvedimenti”.
I pediatri, poi, hanno citato come buona pratica da estendere a tutto il territorio nazionale quella della Toscana, l’unica regione in Italia, dove il pediatra può vaccinare direttamente nel suo ambulatorio il bambino. ” Il modello toscano dovrebbe essere esteso a tutto il sistema sanitario nazionale. Noi siamo pronti ad accettare con entusiasmo questa nuova mansione“, ha detto Paolo Biasci, vice presidente nazionale della Fimp.
Riguardo all’adempimento dell’obbligo vaccinale, il responsabile Rete Vaccini Fimp Giorgio Conforti ha spiegato:
“Abbiamo fornito alcune indicazioni per recuperare i minori ‘inadempienti totali’ o ‘inadempienti parziali’. La nostra raccomandazione è utilizzare prioritariamente i vaccini esavalenti per l’immunizzazione primaria dei bambini fino al compimento di sette anni. Per le età successive è preferibile invece usare i vaccini combinati a dosaggio antigenico ‘adulto‘”.
Riguardo alla copertura vaccinale, se l’Italia ha dei problemi, la Regione Emilia Romagna, invece, è la più virtuosa. L’Emilia Romagna era stata la prima ad introdurre l’obbligo vaccinale con una legge regionale, prima ancora del decreto Lorenzin. La regione in questi giorni ha comunicato che la copertura vaccinale è risalita sopra la soglia di sicurezza, al 96,6%.
Al 30 giugno del 2017, la copertura vaccinale in Emilia Romagna tra i bambini nati nel 2015 ha raggiunto il 96,6% e in alcune province anche punte del 99% per la vaccinazione contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B,.
Un risultato raggiunto a poco più di sei mesi dall’approvazione, nel novembre 2016, della legge regionale che ne ha introdotto l’obbligatorietà per l’iscrizione al nido.
Anche il vaccino contro pertosse ed emofilo di tipo B, per cui è prevista l’obbligatorietà dalla legge nazionale, ha superato la copertura del 95%, sempre per i nati nel 2015. Così come quello contro lo pneumococco, non obbligatorio ma fortemente raccomandato.
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