Unimamme, ribadiamo spesso che il sostegno alla maternità prima e dopo la nascita del piccolo è fondamentale per il benessere e la salute mentale delle mamme e, per riflesso anche per quella del figlio. I papà contano anche per l’allattamento al seno.
Nel corso del XII Simposio Internazionale sull’allattamento al seno e sulla lattazione di Medela, la professoressa Diane Spatz, dell’Università della Pennsylvania, Direttore del Programma di Lattazione del Children’s Hospital di Philadelphia, ha sottolineato la necessità della partecipazione dei papà nel sostenere le mogli a proseguire con l’allattamento.
“Per le prime due settimane dopo il parto le madri dovrebbero mangiare, dormire e allattare, lasciando letteralmente ogni altra incombenza ai padri, che hanno un ruolo fondamentale nell’aiutarle a iniziare e portare avanti l’allattamento”.
La professoressa aggiunge anche che a volte l’allattamento potrebbe non essere così naturale come ci si aspetta, ma potrebbe essere difficile. Il fatto che le mamme ne siano consapevoli le può aiutare, come può aiutare la presenza dei padri e di altre figure di riferimento.
La professoressa è famosa per aver proposto 10 passi che possono aiutare le famiglie con bambini in terapia intensiva neonatale ad essere più consapevoli sull’allattamento al seno e aiutarli ad effettuare la transizione se questo è l’obiettivo delle mamme.
“Questo modello fornisce allo staff, alla mamma e alla famiglia una guida per navigare nel reparto di rianimazione pediatrica, chiunque può guardare questi 10 passi e metterli in pratica. Aiuta la mamma a capire a che punto sia. Si tratta di un passo dopo l’altro, in sequenza“.
In modo particolare la dottoressa Diaz suggerisce che gli ospedali dovrebbero insistere sui primi 5 passi:
1- sostenere i genitori nel prendere decisioni consapevoli sull’allattamento al seno
2- aiutare le mamme a mantenere una scorta, questo inizia pompando latte usando una pompa tiralatte a un’ora dal parto
3- educare la mamma a immagazzinare e gestire il latte
4- cominciare con la cura orale, vuol dire coprire la bocca del bimbo col latte per diminuire infezioni
5- facilitare il contatto pelle a pelle tra mamma e bambino
“Se non effettuate il primo passo non potete proseguire” ribadisce Diaz. Assolti questi si può andare avanti:
6- permettere al bimbo di praticare l’alimentazione al seno (chiamata poppata non nutritiva)
7- permettere alla mamma la transizione diretta all’allattamento al seno
8- pesare il bimbo prima e dopo la poppata per determinare con che efficienza un bimbo assume il latte
9- prepararsi per la dimissione dell’ospedale
10- fornire istruzioni a seguire
Sono già emersi risultati positivi che sottolineano l’efficacia di questo metodo. In un ospedale indiano dove la Diaz ha trascorso un anno sabbatico la produzione di latte al seno pompato o diretto è aumentato dal 15 al 75%.
Unimamme, cosa ne pensate di quanto affermato da questa dottoressa sul ruolo dei papà e del modello da lei ideato esposto sul sito dell’Università della Pennsylvania?
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