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Latte materno: “tutto quello che non sappiamo”

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valeria bellagamba

Latte materno: tutto quello che volevate sapere e non avete osato chiedere finora.

A parlarne è Katie Hinde, biologa dell’evoluzione, direttrice del Laboratorio di lattazione comparata presso il Centro nazionale di ricerca sui primati della California. Katie è una donna di scienza molto preparata e una oratrice carismatica.

Latte materno: “tutto quello che non sappiamo”

Un anno fa Katie Hinde è intervenuta ai Ted Talks di San Francisco con un brillante intervento sul latte materno e le sue proprietà, sull’importanza dell’allattamento al seno.

La prima cosa che Katie ha detto è stata quella di criticare la definizione di alimento “gratuito“. Il latte materno non è gratis, per darlo ai bambini le mamme impiegano molto del loro tempo e delle loro energie, per nutrire il loro piccolo amato “cannibale“. I bambini tolgono molte energie alle madri e non ci si occupa abbastanza di loro.

Katie è una scienziata esperta di latte materno, ne studia da anni la composizione e la complessità e ne ha sottolineato l’importanza per la salute e la crescita dei bambini. Il latte materno è un alimento completo, fornisce ai bambini i nutrienti fondamentali e gli anticorpi di cui hanno bisogno.

È un nutriente e una medicina allo stesso tempo. Aiuta lo sviluppo cerebrale dei bambini, gli dà loro l’immunizzazione, è un guardiano contro la fame e le malattie. Il latte materno alimenta il microbioma intestinale nel neonato e fornisce ormoni fondamentali per il corpo del bambino.

Nonostante queste funzioni importantissime, se si esaminano le pubblicazioni scientifiche, se si cerca anche nelle biblioteche scientifiche più prestigiose si scopre che gli articoli e gli studi dedicati al latte materno sono nettamente inferiori a quelli sulla gravidanza. Eppure sono due alimenti correlati.

Si scopre perfino che ci sono più studi scientifici sui pomodori e il caffè rispetto al latte materno. Si tratta di divari che la scienza deve colmare, ha evidenziato Katie. La causa di questa insufficiente attenzione da parte della scienza è correlata, forse, ad una scarsa attenzione sociale nei confronti dell’allattamento al seno e del latte materno. Le cose sono cambiate negli ultimi anni, ma per lungo tempo l’allattamento al seno è stato posto in secondo piano, in molti casi sostituito da quello artificiale o in formula.

Scelte spesso dettate da ragioni e abitudini culturali e sociali, piuttosto che mediche. Le nostre società frenetiche e iperattive, dedicate soprattutto al lavoro e in cui molte mamme lavorano, per fortuna ma purtroppo secondo ritmi tarati su esigenze maschili, hanno fatto sì che con il tempo si trascurasse l’allattamento al seno. Per fare prima, per stare dietro alle esigenze lavorative il latte artificiale ha in molti casi sostituito quello materno; oppure l’allattamento al seno è durato per poco tempo.

La società moderna ha dato il latte per scontato e lo ha imbustato, inscatolato, pastorizzato, corretto con additivi e zucchero. Insomma lo ha trasformato in un prodotto artificiale. Il latte materno è stato abbandonato, per preferirgli quello in formula, focalizzando le nostre priorità altrove.

Questo, tuttavia, è un grave errore. Ogni hanno nascono circa 130 milioni di bambini nel mondo. Mamme e bambini meritano l’attenzione da parte della scienza migliore. Soprattutto, perché, ha rilevato Katie, il latte materno non riguarda solo l’alimentazione ma anche lo sviluppo neurologico e comportamentale. Le recenti ricerche scientiche, poi, hanno scoperto che il latte del bambino mescolato alla saliva causa una reazione chimica che protegge il bambino dalla salmonella.

Inoltre il latte materno prodotto dal corpo della madre per una bambina è diverso da quello prodotto per un maschietto.

La maggior parte delle donne oggi sceglie di allattare al seno, molte però non riescono a raggiungere gli obiettivi dell’allattamento: non par loro colpa. Ci sono molte condizioni e pratiche mediche, dall’obesità ai problemi endocrini,  dal taglio cesareo al parto prima del termine che possono influire negativamente sulla produzione del latte materno, ma le donne non ricevano sufficiente assistenza a sostegno. Invece le donne hanno bisogno di un’assistenza specializzata che comprenda questi casi.

Le donne che hanno bambini in età di allattamento meritano tutte le attenzione e le cure possibili da parte di medici e assistenti specializzati. Hanno soprattutto bisogno di tempo: il tempo per allattare e legarsi ai propri bambini. Un tempo che non c’è in quei Paesi come gli Stati Uniti, in cui il congedo di maternità è assente o molto corto. Come si può chiedere alla donne di allattare al seno se a pochi giorni dal parto devono tornare al lavoro? Si è chiesta Katie Hinde. Quello che è importante per rendere le donne e le mamme autonome è il tempo.

Katie Hinde ha anche un suo blog.

Che ne pensate Unimamme di questo intervento? Siete d’accordo?

Vi ricordiamo il nostro articolo Allattamento al seno e salute dei bimbi: ecco i 2 fattori che li influenzano

L’intervento di Katie Hinde al Ted Talk

valeria bellagamba

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