L’allattamento viene spesso sottovalutato sia da parte degli operatori sanitari sia da parte delle future mamme. Ricordo che al corso pre parto l’ostetrica ci disse: “Mamme, non è facile allattare, ma ce la fanno tutte e ci potete riuscire anche voi” e poi ci passò una fotocopia – una sola perché di più non se ne potevano fare – per spiegarci il corretto attaccamento del bambino al capezzolo. Fine.
Io che dopo ho avuto un sacco di problemi non ho trovato nessuno che mi spiegasse come agire. Intanto la bambina perdeva peso e io ero sempre più terrorizzata di non essere una brava mamma perché non riuscivo a fare quello che mi avevano detto sarebbe stato naturale, ovvero allattare mia figlia. Sono rimasta davvero spiazzata, ma quello che più mi ha spiazzato è stato il fatto che nessuno mi ascoltasse, persino le ostetriche o le puericultrici dell’ospedale non mi davano retta.
Ecco perché sono assolutamente d’accordo con la proposta fatta dal CIANB, coalizione italiana per l’alimentazione di neonati e bambini, per introdurre un esame specifico nei corsi di laurea che poi andranno a lavorare a stretto contatto con le donne.
Sul sito del movimento si legge infatti una proposta per far inserire dal Ministero della Salute un esame sull’allattamento nei corsi di laurea in Medicina.
In particolare si chiedono 2 cose:
1) un approfondimento saldamente concordato sull’allattamento in tutte le lauree in medicina, partendo da quella di Medicina e Chirurgia, vista la moltitudine di medici che poi avranno a che fare con la diade mamma/bambino e tutte le professioni sanitarie (infermieristica, ecc)
2) un esame interamente ad esso dedicato per le specialità più direttamente interessate come ginecologia, pediatria, neonatologia, otorinolaringoiatria, odontoiatria, psichiatria, psicologia, ostetricia, farmacia, scienze della formazione, ovviamente per le parti di competenza.
E’ stato infatti riscontrato che in molti testi di medicina generale e anche specialistica, come la pediatria, non ci sia una preparazione su questo argomento, cosa di certo piuttosto strana visto che per esempio la figura del pediatra per necessità dei piccoli pazienti deve essere informato sulla questione. Inoltre “Gli operatori della salute devono aumentare la loro conoscenza in questo campo, e tale approfondimento per un obiettivo di salute pubblica di importanza pari all’allattamento materno non può essere affidato unicamente alla buona volontà personale dei singoli operatori”.
Sempre sul sito del CIANB, nel manifesto si legge che gli operatori sanitari, nella loro formazione curricolare, devono essere formati e preparati a proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento e l’avvio dell’alimentazione complementare con pratiche alimentari salutari e con appropriate tecniche di counseling.
E voi unimamme cosa ne pensate? Secondo voi ha un senso inserire un esame di questo tipo per essere d’aiuto alle future madri?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di allattamento al seno e salute dei bambini: ecco due fattori che influenzano la salute.
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