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“Far nascere mio figlio morto mi ha aiutato a capire tante cose”

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Valentina Colmi

Il 15 ottobre è la Giornata Nazionale della consapevolezza del lutto perinatale. Ricorderò anch’io il mio bambino che ho perso a 6 settimane.

Io ho trovato la forza di lasciare andare il mio bambino, sono serena, ma ho notato che un aborto o la morte in utero sono argomenti davvero difficili, di cui si parla poco o niente.

Lo ha scritto anche Melania Ben-Ezra, una mamma e blogger americana, che ha raccontato la storia sua e di suo figlio.

Una mamma racconta cosa ha imparato dalla nascita di suo figlio morto

Ecco quello che Melania ha scritto sul sito Kveller a proposito del suo lutto: un racconto – nonostante tutto – di speranza e di amore.

“L‘anno scorso a quest’ora, mio marito e io spendevamo quasi ogni giorno pensando a nostro figlio e preparandoci per il suo arrivo. Eravamo così contenti di conoscerlo. Nonostante avessi avuto qualche problemino in gravidanza, non c’erano ragioni per ritenere che non avremmo avuto un bambino perfetto e sano. 

Alla 36esima settimana le mie acque si sono rotte. Quando siamo andati in ospedale, non sembrava reale. Siamo arrivati in reparto e l’infermiere ha provato a sentire il battito, non l’ha trovato e ha detto che probabilmente il bambino non era nella giusta posizione. Ma io sapevo che non era vero. 

“Qualche secondo dopo la stanza era piena di infermieri e di un ginecologo. Tutti stavano lavorando sul mio stomaco, ma nessuno parlava. Una delle infermiere aveva le lacrime agli occhi. Sapevo che qualcosa non andava. Stavo urlando e piangendo e supplicavo che qualcuno mi dicesse qualcosa. Perché non mi dicevano niente? Purtroppo ho sentito le parole che non avrei mai voluto. 

Il cuore si era fermato. (…) Ho implorato un cesareo. Ma mi hanno detto che un parto naturale era meglio e io non ero nella posizione per discutere con nessuno. Le persone continuavano a chiedermi una decisione, ma non sapevo quasi dove fossi. Potevo prendere una decisione? Ero intrappolata in un incubo aspettando di svegliarmi. Le nostre famiglie straordinarie hanno preso tutti gli accordi. Lo hanno chiamato Elijah, perché era nato un angelo. 

Tutti mi ripetevano quanto fossi forte. Ma ricordo di aver pensato: “c’è un’altra scelta”? Perché non avrei voluto essere così forte. Mi ricordo anche di aver pensato che le nostre vite fossero rovinate per sempre. Che niente sarebbe stato lo stesso. La verità è che la vita non sarà più la stessa. 

E‘ difficile trovare un senso quando un piccolo e indifeso essere umano viene portato via troppo presto. Ma ho imparato alcune lezioni e sono sicura che continuerò ad impararne da mio figlio per il resto della vita. Dal suo viaggio ho imparato ciò che conta veramente. Le cicatrici non importano. La vita importa. E per questo motivo dobbiamo andare avanti. L’amore conta. E per questo motivo dobbiamo apprezzare quello che abbiamo. Dobbiamo perdonare i loro errori e tenerli quando hanno bisogno della forza che tante persone mi hanno dato. 

Ho visto la forza del mio meraviglioso marito. Anche se ho sempre saputo quanto speciale fosse, ho capito quanto ho bisogno di lui adesso. Ho capito che va bene contare su qualcuno che ami. E’ giusto chiedere aiuto. La nostra perdita è stata inimmaginabile, ci ha spezzato il cuore ed è per sempre. Ma c’è qualcuno con cui voglio condividere il resto della mia vita assieme a mio marito. Anche se speravo di non dover attraversare questo dolore, è lui che voglio avere accanto. Vedo il mio bellissimo figlio nel suo volto e so che possiamo superare ogni cosa se la facciamo insieme”. 

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla di una mamma e del ricordo di sua figlia attraverso delle immagini commoventi. 

Valentina Colmi

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