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I libri sui bambini e gli effetti inattesi sulle mamme

Published by
Valentina Colmi

Soprattutto quando si aspetta il primo figlio, si leggono un sacco di manuali per capire come i bambini “funzioneranno”: mi ricordo che quando ero incinta di Paola, di libri di ne ho consultati tantissimi. Pensavo di essere preparata, che me la sarei cavata alla grande tra allattamento e bisogni della bimba (addirittura sottolineavo con un righello le frasi che mi sembravano più importanti). Ovviamente la mia bimba è nata ed è stato tutto l’opposto: non si comportava per nulla come spiegavano i manuali e più lei aveva un comportamento diverso, più mi sentivo una madre incapace.

Più le mamme leggono i libri sui bambini e più si deprimono

Per fortuna non sono stata solo io a sentirmi così: c’è infatti una ricerca  condotto dal dipartimento della Salute pubblica, politiche e scienze sociali dell’università di Swansea, in Gran Bretagna, sul benessere che i libri di puericultura danno alle madri, focalizzandosi in particolare a quelli che parlano di routine molto rigide (come il Metodo Estivill sulla nanna).

La ricerca, condotta dalla dottoressa Amy Brown, specialista di salute materna e infantile, ha riguardato 354 madri con bambini di età tra gli zero e i dodici mesi: si legge sul sito  che per tutte le madri affidarsi ad un manuale è stato di forte impatto:

  • il 53% ha provato maggiore ansia a causa della lettura
  • solo il 22% si è sentita più preparata
  • molte neomamme hanno manifestato dopo la lettura depressione, bassa autostima e paura di essere dei cattivi genitori perché non si riescono ad ottenere i risultati promessi dai manuali (per esempio il bimbo se ne infischia delle posizioni suggerite per il sonno).

Non si possono applicare regole universali, semplicemente perché ogni bambino è unico. “Soprattutto con il primo figlio – dice a Repubblica la presidente della Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche, Maria Vicario – “le mamme sono alla ricerca frenetica di informazioni su riviste di settore, libri, siti internet, televisione, radio. Ma a meno che non si sia un medico o un’ostetrica è difficile distinguere tra buona comunicazione e comunicazione inadeguata per contenuto e forma“.

Meglio allora non isolarsi e frequentare dopo la nascita dei gruppi di mamme con cui condividere problemi e dubbi: si scoprirà allora che in molte stanno attraversando la stessa situazione. E che soprattutto si è delle brave mamme comunque, a prescindere da ciò che dicono i manuali.

E voi unimamme? Come vi siete comportate con il primo figlio? Avete letto tanti libri?

Intanto vi lasciamo con il post che parla a tutte le mamme che si sentono imperfette.

Valentina Colmi

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