Non è un luogo comune, lavarsi le mani è molto importante per l’igiene personale e la propria salute. Talmente importante che può perfino salvare la vita. In passato, infatti, la mortalità era elevata per colpa della scarsa igiene e soprattutto perché non ci si lavava le mani quasi mai.
Possiamo solo immaginare, dunque, quanto lavarsi le mani sia importante in situazione delicate, come il parto.
Nel 1846, infatti, il medico ungherese Ignaz Semmelweis scoprì che gli operatori sanitari che non si lavavano le mani prima del parto erano la causa un aumento della mortalità nella sua clinica di 5 volte rispetto a quelli che si lavavano le mani prima del parto.
Il fatto incredibile di questa vicenda è che quando il medico si accorse che la mortalità delle donne dopo il parto dipendeva dalla scarsa igiene degli operatori sanitari che non si lavavano le mani e ordinò loro di farlo, il suo staff si rifiutò di adottare queste pratiche di igiene al momento del parto. Ci fu anzi un certo ostracismo nei suoi confronti. Il medico aveva ordinato a ai suoi collaboratori di lavarsi le mani con il cloro, che riteneva un efficace disinfettante. Nonostante il rifiuto dei suoi collaboratori ci aveva visto giusto.
E’ stato grazie al dottor Semmelweis che l’igiene delle mani è stata introdotta nella pratica medica.
Nonostante la scienza medica abbia fatto dei progressi nel frattempo, le nostre conoscenze sulle infezioni e come prevenirle si sono molto evolute dai tempo del dottor Semmelweis, lavarsi le mani rimane una buona abitudine e soprattutto una pratica fondamentale tra gli operatori sanitari, dalla quale dipende la vita stessa dei pazienti.
In ospedale infatti, si possono prendere moltissime infezioni e spesso capita che i pazienti si ammalino o si aggravino per patologie diverse da quelle per cui sono stati ricoverati o sono in trattamento. Questo perché in un ambiente ad alto rischio e a larga diffusione di germi e batteri come sono gli ospedali, contrarre le infezioni è facilissimo.
Ecco perché è importante che negli ospedali, medici, infermieri, assistenti si lavino le mani di frequente e in modo scrupoloso, perché da questo piccolo gesto dipende la vita di altre persone. Come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità in questo video.
Nonostante il miglioramento delle condizioni sanitarie e della prevenzione delle infezioni, la sopravvivenza delle puerpere e dei neonati rimane una significativa sfida globale. Ogni anno nel mondo, infatti, la sepsi è responsabile da sola
L’igiene, dunque, è cruciale ed è anche un’arma di prevenzione low cost per combattere o prevenire le infezioni.
Uno studio del 2008 condotto in Nepal dal dottor Victor Rhee e dai suoi colleghi ha dimostrato che i neonati hanno un rischio di morire inferiore del 60% quando le madri si sono lavate le mani prima di toccarli, sempre o qualche volta.
Risultati simili a quelli degli assistenti al parto: quando si lavano le mani il rischio di morte neonatale è inferiore del 25% rispetto a quello dei bambini nati con assistenti al parto che non si erano lavati le mani. Lo studio dunque suggerisce che lavarsi le mani riduce l’esposizione dei neonati ai patogeni infettivi, riducendo quindi la mortalità dovuta alle infezioni neonatali.
La Giornata mondiale dell’igiene delle mani (Global Handwashing Day) è stata lo scorso 15 ottobre, ma il consiglio di lavarsi bene le mani, soprattutto quando si entra in contatto con situazioni delicate e a rischio come neonati e puerpere, è sempre valido.
Questo tema è stato trattato da Healthy Newborn Network (HNN), che si occupa della salute e della prevenzione per il neonato.
E voi unimamme vi lavate e fate lavare sempre le mani prima di toccare i vostri bambini?
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