Iscrivere i figli al nido o no? Le famiglie che possono permettersi la scelta si interrogano seriamente sui benefici ed eventuali effetti negativi, per questo è utile sentire anche il parere del Centro per la Salute del Bambino Onlus.
Secondo una ricerca condotta dal dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna da cui emergeva che i bambini piccoli delle classi più agiate che avevano frequentato il nido avevano un Q.I inferiore ai coetanei che erano rimasti a casa con parenti o baby sitter.
Non tutti i medici e pediatri sono però concordi con questi risultati.
Secondo il pediatra Giorgio Tamburlini, presidente del CBS Onlus, Centro per la Salute del Bambino, una onlus che dal 1999 opera a livello nazionale e internazionale per migliorare la condizione dell’infanzia (Nati per la Musica e Nati per Leggere sono solo due delle iniziative gestite).
Innanzitutto bisogna specificare che una gran quantità di studi italiani e internazionali hanno sottolineato i benefici della frequenza del nido prima dell’anno di vita dal punto di vista:
I risultati dell’indagine bolognese si riferiscono solo al Q.I., trascurando le competenze sociali dove invece il nido offre maggiori opportunità rispetto al nucleo famigliare, dove non ci sono altri bambini con cui misurarsi.
Inoltre non si può escludere che in alcuni casi un contesto famigliare di socio culturale alto possa garantire uno sviluppo cognitivo superiore al nido.
Tutto però dipende dalla quantità e qualità del tempo che gli adulti possono trascorrere coi figli. Questo però purtroppo accade raramente (a causa dei numerosi impegni) e quindi ecco perché il nido, invece, offrirebbe maggiori vantaggi.
Secondo un esperto della Harvard University i bambini che vanno al nido avrebbero ben 4 punti di Q.I. in più.
Quindi la raccomandazione del Centro per la Salute del Bambino onlus è quella di decidere comparando sempre la propria situazione famigliare con l’ipotetico nido prescelto, valutando di caso in caso.
Nella stragrande maggioranza dei casi un nido di qualità è in grado di offrire maggiori opportunità di sviluppo a livello:
di una famiglia.
Infine una scelta non esclude l’altra, famiglie amorevoli e buoni nidi dovrebbero collaborare garantendo ai bambini opportunità che non vanno poste come avversarie.
Unimamme, voi cosa ne pensate di queste osservazioni riportate sul sito del Centro per la Salute del Bambino?
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