C’è un programma su Radio24ore che è possibile ascoltare la domenica mattina alle 11, “I Padrieterni”, ideato e condotto da Matteo Bussola e Federico Taddia.
Matteo Bussola è un disegnatore di fumetti e autore di un libro bellissimo “Notti in bianco, baci a colazione” in cui ha raccolto le sue riflessioni sull’essere padre: Matteo è infatti papà di 3 figlie che lavorando da casa è molto presente, un papà “casalingo” si potrebbe dire.
Federico Taddia è un giornalista, conduttore televisivo e radiofonico e scrittore di tantissimi libri dedicati ai ragazzi, tra cui una collana scientifica, Teste Toste, vincitrice anche di un Premio Andersen: Federico è papà di 2 figli maschi, oramai grandi, e per lavoro, al contrario di Bussola, non è spesso a casa.
Le loro diversità però permettono un confronto nei temi che riguardano ed interessano tutti noi genitori.
Il programma “I Padrieterni” è condotto quindi da dei papà che parlano ai papà. Il nome vuole indicare il fatto che una volta che diventi “padre” lo resti per sempre.
Nella puntata dell’8 ottobre questi due papà hanno dedicato la loro lettera (ogni settimana ne dedicano una ad un protagonista dell’attualità) al papà a cui il Tribunale dei Minori ha deciso di affidare la neonata con la Sindrome di Down.
Eccola, ed è bellissima!
“Lettera aperta a un papà che è nato.
Caro padre single, si tu, proprio tu che questa settimana hai scelto di adottare una bambina affetta da Sindrome di Down dopo che sua madre l’aveva abbandonata in ospedale e 7 coppie l’avevano scartata per l’adozione.
Tu che ora dovrai scontrarti per il resto della vita contro due pregiudizi insieme: quello di chi vorrà farti credere che la tua bambina è una disabile e quello di chi ti dirà che in quanto padre single non sarai abbastanza. Perché per fare una famiglia ci vogliono sempre un papà e una mamma. Invece a volte, come questo caso, ha dimostrato, non è affatto detto e un papà da solo può contenere tutto quello che serve, soprattutto se quell’amore non si ferma a guardare ciò che manca ma si concentra su quel che c’è.
Solo questo occorre perché i figli sono di chi li vuole, non di chi li valuta sulla base delle loro presunte abilità.
Chi decide quali valgano più di altre.
Sapere nuotare conta di più o di meno di saper rincorrere i dinosauri?
E’ più importante saper giocare a calcio o saper salutare le margherite?
Ragionare veloci vale di più di saper abbracciare?
Chi ha frequentato bambini con la Sindrome di Down sa, per esempio, che abbracciano fortissimo, molto più degli altri, come se non volessero lasciarti andare più. In realtà sei tu che non lasceresti più andare loro, perché ogni giorno giorno ti insegnano che forse i veri disabili siamo noi quando non riusciamo a vedere le persone oltre le etichette e le categorie.
Caro uomo single questa settimana tu sei nato come papà e una bambina è nata come figlia.
Sarà tutto quello che vi serve, sarà abbastanza.“
E voi unimamme e unipapà, che ne pensate di questa lettera? Conoscevate questa interessante trasmissione?
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