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Adozione e affido

“Mia figlia adottiva mi ha regalato le sue caramelle e io ho pianto”

Published by
Maria Sole Bosaia

Unimamme, oggi vi parliamo di una storia di Halloween che forse vi commuoverà un po’.

Una mamma racconta il primo Halloween delle figlie adottive

La mia bimba più piccola aveva 5 anni quando è arrivata da noi tramite l’affido. Mentre ci avvicinavamo al nostro primo Halloween insieme ho notato che lei e la sorella maggiore di 9 anni si congelavano per la paura ogni volta che nominavo l’imminente festività.

Alla fine ho chiesto alle bambine cosa facessero per Halloween prima di venire da noi e la loro risposta mi ha terrorizzato.

Hanno fatto a turno a raccontare come una volta gli avessero regalato una caramella solo per vedersela rubare da un adulto che l’ha poi mangiata davanti ai loro occhi. Quando le bimbe hanno cominciato a piangere l’adulto gli ha dato la carta marrone in cui erano avvolte le caramelle di burro di arachidi al cioccolato e le ha costrette a mangiare gli involucri vuoti.

Un modo davvero crudele di dare letteralmente alle bambine un assaggio di quello che si stavano perdendo ad Halloween.

Con questa storia in mente ho capito che dovevo approcciare il nostro primo Halloween con cautela. I miei istinti sono stati confermati quando ho visto che le bambine stavano discretamente contando i pezzi di caramelle che ricevevano mentre si spostavano di casa in casa nei loro adorabili costumi.

Quando siamo arrivati a casa ho tirato fuori due buste di plastica e un pennarello nero spiegando che volevo che le bimbe contassero le loro caramelle mentre le riponevano nelle borse.

Quando hanno finito le ho aiutare a etichettare le loro borse con il numero preciso di caramelle, e ogni volta che ne mangiavano una le ho aiutate a etichettarle di nuovo.

Nelle settimane successive ad Halloween nonostante le nostre rassicurazioni sul fatto che non avremmo mangiato le caramelle le ragazze continuavano a contare i pezzi prima di andare a letto.

Mi sedevo e contavo le caramelle notte dopo notte, guadagnando la loro fiducia un lecca lecca alla volta.

Era l’autunno del 2014. Ora sono state adottate e fioriscono in casa nostra, ma ogni ottobre la storia di quell’Halloween in cui sono state costrette a mangiare gli involucri vuoti delle caramelle riaffiora nelle loro giovani menti.

Ieri notte, mentre stavo pulendo la cucina dopo cena, ho notato la mia figlia più piccola frugare nella dispensa.

Quando ho finito di pulire il bancone, lei si è avvicinata con una borsa di caramelle radunate ad un recente evento di Halloween.

Aveva avvolto la borsa in un pezzo di carta e chiaramente me lo offriva come regalo. Quando ho tolto la carta dalla borsa ho notato le parole scarabocchiate nella sua calligrafia a mano da terzo anno.

Mamma,  voglio darti un assaggio del mio amore per te dandoti le mie caramelle”.

Lasciatevi affondare per un momento. Questa bambina, che una volta è stata costretta a mangiare le carte vuote delle caramelle, ha setacciato nella sua borsa di caramelle di Halloween per selezionare quelle che pensava mi sarebbero piaciute e me le ha regalate.  Non ha scelto quelle che le piacevano di meno o scelto un paio di pezzi.

Ha riempito una borsa intera delle sue caramelle preferite e me le ha offerte con tanto onesto orgoglio sul suo volto, che riesco solo a piangere scrivendo questo parole.

Anche voi avete doni da offrire. Ma come le mie figlie sono quasi certa che il vostro dono più prezioso sia collegato al dolore profondamente radicato nella vostra vita.

Voi ed io abbiamo l’opportunità giornaliera di prendere le cose terribili che ci sono successe e trasformarle in doni da offrire a questo mondo ferito.

La caramella di mia figlia era senza prezzo per quello che le era costato. Lei aveva deciso di donarlo a dispetto di quanto le era capitato.

E se voi ed io mostrassimo lo stesso genere di coraggio mentre facciamo l’inventario del nostro dolore e permettere all’amaro di diventare dolce?”

Questo messaggio su Facebook nella pagina Love What Matters ha raggiunto 39 mila Like e 6559 condivisioni. L’ha sottoposto una mamma americana, Amy Beth Gardner, che già in passato ci aveva commosso e conquistato con un messaggio dedicato alla figlia che iniziava le medie sull’importanza delle parole.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questo bel messaggio? E’ proprio vero che da una spina può nascere una rosa, siete d’accordo?

 

Maria Sole Bosaia

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