E’ di questi giorni la notizia di una donna di Cagliari, già madre di due figli, che è morta dopo aver partorito a casa. Ovviamente quello che succede in questi casi è subito stigmatizzare la nascita tra le mura domestiche, considerandolo come poco sicuro e come un possibile rischio per la salute di donna e bambino.
Non avviene però lo stesso quando accade che una mamma muoia in ospedale.
Un tempo, stiamo parlando di 50 anni fa, si partoriva praticamente solo in casa, cosa che era considerata la soluzione migliore per tutti. Il solo fatto di andare in ospedale spaventava, perché il pericolo di contrarre delle infezioni poteva essere più alto.
Se leggete il libro di Jennifer Worth “Chiamate la levatrice”, capirete che cosa intendo: andare in ospedale, per certi versi, era considerato l’anticamera della morte.
Oggi il fatto di partorire in casa viene considerato una sorta di ritorno al naturale, una corrente che vede il ritorno a certi gesti antichi, come l’allattare a lungo, il portare in fascia e prediligere cibi preparati home made.
Il parto in casa è sicuro? Secondo l’ostetrica Marta Campiotti, presidente del coordinamento nazionale dell’Associazione Nascere in casa: “L’80% delle donne potrebbe partorire a casa propria, con un’assistenza specializzata. Ma è un percorso che deve cominciare in tempo, non una scelta dell’ultimo minuto” ha dichiarato su Vanity Fair.
La Società italiana di neonatologia dice invece che si tratta di una scelta rischiosa, che non garantisce l’adeguata sicurezza.
L’Associazione nazionale Ostetriche parto a domicilio e casa maternità parla invece di una scelta ma con particolari indicazioni:
In Italia nel 2015 sono nati 500 bambini con il parto in casa, una percentuale molto bassa, mentre in Germania o in Inghilterra questa è la scelta preferita.
#prohomebirth è un hashtag su Twitter per la promozione del parto in casa.
Ivana Arena, ostetrica molto conosciuta, ha postato su Facebook un volantino presente nel Regno Unito per favorire il parto in casa e in cui vengono indicati ben 7 motivi per cui farlo:
1- si sta comodi (non si deve prendere la macchina e magari viaggiare nel traffico fino in ospedale)
2- è privato e famigliare (ci si sente rilassate, protette e inibite se si è in casa propria)
3- si è libere (non occorre chiedere il permesso o aspettare se si vuole fare qualcosa)
4- si è al centro dell’attenzione (le ostetriche presenti devono pensare solo alla mamma che deve partorire)
5- la famiglia è unita (non occorre infatti separarsi da figli o marito)
6- si è equilibrate
7- viene favorita la naturalità (si riduce il rischio di interventi medicalizzati)
Molti studi hanno dimostrato che per una donna in salute, partorire in casa è sicuro, addirittura più sicuro di un parto naturale.
Partorire in ospedale infatti può prevedere infatti degli interventi invasivi come la ventosa, il forcipe, l’episiotomia o anche il parto cesareo.
Secondo i dati inglesi, l’80% delle donne che hanno partorito in casa hanno una nascita priva di problemi, contro il 58% di chi partorisce in ospedale ha raccontato
E voi unimamme cosa ne pensate? Qualcuna di voi ha partorito in casa?
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