Io sono cresciuta con un papà fumatore e credo di aver respirato tantissimo fumo di sigaretta, ma come me tantissimi bambini della mia generazione, quando ancora per esempio si fumava nei locali e in casa si accendevano sigarette a tutto spiano.
Purtroppo – anche se nei luoghi pubblici ora c’è il divieto di fumo – la situazione non è ancora del tutto risolta. A dirlo i dati Istat dove si parla del fatto che più o meno la metà dei neonati e dei bambini italiani fino ai 5 anni è vittima del “fumo passivo”, perché ha almeno un genitore tabagista, che magari va a fumare fuori, ma comunque i residui di fumo rimangono sui vestiti o sui capelli.
Il fumo, anche passivo, può infatti provocare bronchiti e altre malattie riconducibili al tabacco in bambini che hanno meno di 18 mesi; inoltre, alla lunga i danni da fumo possono causare anche tumore ai polmoni. Nonostante questo, molti genitori non sembrano comprendere i danni della sigaretta e continuano con il loro vizio.
Particolare attenzione deve essere riportata alle madri e alla possibilità che fumino in gravidanza: stando alle statistiche, il 26% delle donne che fumavano prima della gravidanza continua a fumare anche dopo.
“Le donne mostrano di conoscere i rischi per se stesse e anche quelli del fumo passivo per i neonati e modificano responsabilmente i loro comportamenti” – dice al Corriere della Sera Silvia Novello, che è anche docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare all’Università di Torino -. Infatti dal 2000 cresce costantemente la quota di fumatrici che smettono durante la gestazione. C’è però chi si accontenta soltanto di diminuire il numero di sigarette al giorno, chi (circa un quarto delle neomamme) riprende dopo il parto e chi, sebbene assai poche, continua a fumare anche mentre aspetta un figlio. E poi c’è il problema del fumo passivo, tanto più grave durante i primissimi anni di vita dei bimbi”. Non bisogna infatti scherzare con i danni del fumo in gravidanza, (anche se in genere sono le donne con un’istruzione inferiore quelle più restie a smettere) come:
Per questo è stata organizzata la campagna “Speriamo che sia… l’ultima“: alla prima edizione, si svolgerà in 4 città Torino, Napoli, Padova e Bari dove è stato attivato un servizio di counseling per smettere di fumare e in generale per migliorare lo stile di vita.
A chi parteciperà verrà regalato l’orsetto di peluche Ector the Protector Bear, ovvero “Ettore l’orsetto protettore”, che ha un compito molto importante: tossisce quando è esposto al fumo, in questo modo si sensibilizzeranno i famigliari a non fumare in presenza dei più piccoli (e possibilmente a smettere).
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di fumo in gravidanza ha conseguenze sui figli per 5 anni.
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