Probabilmente se chiedessi quale senso la maggior parte delle persone avrebbe paura di perdere, la risposta sarebbe la vista. Nessuno per esempio pensa mai al tatto: come potrebbe essere vivere senza sentire la carezza del tuo compagno o della brezza? Usare il nostro senso del tatto è cruciale per interagire nel mondo, per sapere cosa è caldo, cosa è freddo, il dolore.
Il tatto, come area di studio, ha in generale ricevuto poca attenzione nelle ricerche. Per conoscere però di più su questo senso, le ricerche hanno scoperto i modi in cui il tatto può essere sfruttato per migliorare delle terapia per vari tipi di disordini. Uno di questi disordini è lo spettro autistico (ASD).
ASD descrive un gruppo di complessi disordini neuro comportamentali. Comprendono per esempio:
Anche se non ci sono delle cure o delle medicine che curino questa patologia, le terapie in generale si focalizzano sull’alleviare i sintomi. A causa della loro varietà e della risposta diversa dei pazienti ai trattamenti, ci sono delle terapie alternative e complementari. Queste terapie alternative vanno dalla modifica della dieta, al supplemento di vitamine o rimedi a base di erbe fino all’intervento mente-corpo con pratiche come la meditazione o l’agopuntura.
Mentre queste terapie alternative stanno avendo successo, l’opinione medica a loro supporto è discontinua. Molti medici sono d’accordo sul fatto che i trattamenti dovrebbero essere basati sui principi di evidenza scientifica, integrando esperti clinici, valori del paziente e della famiglia, e la migliore prova di efficacia. Comunque, molte delle terapie complementari e i supporti alternativi non sono stati adeguatamente studiati. Tuttavia, una terapia che sta avendo un supporto crescente è quella del massaggio o terapia del tatto.
E’ incredibile come la terapia del tatto possa funzionare in pazienti affetti da ASD, che notoriamente rifiutano il contatto fisico dagli estranei. Per capire i potenziali benedici nei bambini e negli adulti con ASD, conviene prima di tutto considerare cosa sappiamo della terapia del tatto nella popolazione senza ASD.
Il tocco innocuo o senza dolore può essere diviso in due categorie:
La prima (quello che proviamo mentre cerchiamo le chiavi in borsa) fa sentire la pressione, la forma, il materiale, la vibrazione e lo scorrimento.
La seconda, conosciuta anche come tocco emozionale o sociale, è quello che fa sentire bene dopo la carezza di una persona che si ama o di un amico.
Questi due tipi di tocco attivano diverse regioni del cervello, anche se il processo è simile: le esperienze tattili sono costruite attivando una combinazione di questi neuroni sulla pelle sensibili al tocco, che poi trasmettono al cervello la sensazione, permettendo di vivere l’esperienza tattile. Questi neuroni sono di recente scoperta: definiti “afferenti C-tattili (CT)” si trovano solo nella pelle pelosa, come quella dell’avambraccio o della schiena (non nei palmi di mani e piedi). Questi neuroni sono ottimizzati per una velocità lenta, una leggera pressione e la temperatura della pelle confortevole di una carezza o di un tocco leggero.
Quando questi neuroni vengono stimolati si attiva una parte del cervello chiamata corteccia insulare, oltre alle aree che si attivano in generale quando si viene toccati. Questa corteccia fa parte del sistema limbico, responsabile per processare le emozioni.
Le persone affette da ASD invece hanno dei deficit: il 96% dei pazienti ha riportato un’alterata sensibilità agli stimoli di senso, soprattutto riguardo alla sensibilità tattile. Nonostante questo però sia molto comune, in realtà, viene prestata molta poca attenzione da parte dei medici.
I pazienti possono essere molto più o molto meno sensibili allo stimolo tattile, ovvero possono sentire il tocco con un’intensità maggiore o minore rispetto ad altre persone. Alcuni pazienti con ASD non possono indossare ad esempio certi vestiti perché hanno delle preferenze tattili, mentre altri possono trovare il fatto di uscire fuori molto stressante perché la pioggia o il vento possono essere imprevedibili o dolorosi.
I pazienti con ASD inoltre hanno difesa tattile, esibendo dei comportamenti emotivi che sono negativi e sproporzionati rispetto allo stimolo che molte persone considerano come non doloroso.
In generale, il massaggio o la terapia del tocco possono comprendere diversi metodi o tecniche, ma in generale coinvolge una bassa o moderata pressione applicata da un’altra persona in varie zone del corpo, come la schiena, il collo e le spalle.
La terapia del tocco ha dato degli immediati effetti a lungo termine sulla biochimica del corpo, inclusa la diminuzione dei livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – e l’aumento dei livelli di serotonina e dopamina, che aiutano nella regolazione dell’umore, del movimento e del controllo.
Nella specifica applicazione nei pazienti con ASD, gli studi hanno mostrato che la terapia del tocco può alleviare i disturbi fisici e mentali associati con il disordine, inclusi gli spasmi e l’ansia sociale.
Inoltre, ha dei benefici sugli aspetti linguistici e sulle capacità sociali dei pazienti. Stimola il nervo vago, che ha varie “uscite” in diverse parti del corpo, incluso il cuore. Stimolare l’attività vagale (per esempio attraverso un corretto massaggio sul collo) può avere molti effetti positivi sui pazienti con ASD, per esempio può incidere sulla qualità del sonno.
Una domanda: come possiamo applicare la terapia del tocco a persone che in realtà sono ipersensibili? Per rispondere a questa domanda gli esperti hanno dovuto capire come sia l’esperienza del tocco sociale nei pazienti con ASD. In generale, la luce tende a sovrastimolare e aggravare i pazienti con ASD, così come il tocco di un’altra persona o addirittura il vento possono essere imprevedibili, come una sensazione di pericolo o di estrema paura. Un adeguato avvertimento o la prevedibilità – fornita parlando al paziente – potrebbe aiutare a diminuire lo stress che si può provare nell’esperienza sociale. Una volta che barriera di somministrazione della terapia del tocco nei pazienti con ASD sarà superata, potranno usufruire degli stessi benefici fisici ed emozionali osservati nelle persone senza ASD.
Per il futuro la terapia del tocco sarà sicuramente studiata molto più seriamente e considerata dai professionisti medici.
I pazienti con ASD dovrebbero comunque consultarsi con i propri medici prima di ricorrere con trattamenti alternativi, ma comunque vale la pena buttare un occhio a queste nuove aree di ricerca.
E voi unimamme cosa ne pensate di questo studio realizzato da Emily Kuehn in”Science in the News, Harvard University”, intitolato: “Research into our sense of touch leads to new treatments for autism”?
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