Uno straordinario intervento chirurgico in utero per correggere la spina bifida in un bambino non ancora nato. L’evento è stato raccontato dalla repoter del New York Times Denise Gray, accompagnata dalla fotografa Béatrice de Géa che ha realizzato delle immagini eccezionali.
Lexi Royer, una giovane mamma americana, si è sottoposta ad un delicato intervento chirurgico in utero per correggere la spina bifida nel proprio bambino.
La spina bifida è un difetto di chiusura del tubo neurale, che forma la colonna vertebrale, nelle prime fasi di sviluppo del feto. Si verifica intorno alla terza, quarte settimana di gestazione. Le vertebre non si chiudono come dovrebbero, lasciando uno spazio, una massa nella parte lombare e formando come una doppia spina nel tratto interessato, con una deformazione del midollo spinale. Un problema che causa disabilità nel bambino, fino ad impedirgli di camminare.
La spina bifida può dipendere dalle abitudini alimentari, come la carenza di vitamina B9. Per prevenirla è importante assumere vitamina B9, ovvero l’acido folico, già con qualche mese di anticipo prima di restare incinte.
Lexi è stata operata alla 24a settimana di gravidanza al Texas Children’s Hospital di Huston. Un intervento sperimentale ed eccezionale in cui l’utero è stato quasi tirato fuori dalla pancia della mamma (vedi foto) per poter intervenire con successo sul feto. La pancia della mamma è stata letteralmente aperta, l’utero con il feto è stato estratto e i medici ci hanno infilato delle microtelecamere per controllare le condizioni del bambino e gli strumenti chirurgici, anch’essi micro, per operarlo. Quindi si è trattato di piccole incisioni.
L’equipe di medici che ha eseguito lo straordinario intervento è stata guidata dal Dr. Michael A. Belfort, a capo del dipartimento di ostetricia e ginecologia al Baylor College of Medicine.
Un intervento in utero è sempre molto rischioso, il rischio di mortalità è elevato, arriva fino al 200%. Nonostante questo, la giovane mamma si è sottoposta a questa delicata operazione per correggere il difetto spinale del suo bambino.
L’intervento non risolve il problema della spina bifida, ma lo corregge in parte, migliorando le condizioni di vita del bambino, evitandogli problemi più gravi una volta nato. Una scelta inevitabile perché i bambini affetti da spina bifida di solito non riescono a camminare e possono soffrire di accumulo di liquidi nel cervello. Ecco perché l’intervento chirurgico, seppur non risolutivo, è stato comunque utile, per evitare problemi e complicanze più gravi in futuro.
La famiglia del bambino sa che il piccolo soffrirà comunque di una qualche forma di disabilità, ma i suoi genitori sono persone molto coraggiose e pronte ad affrontare tutto questo, grazie anche ad una fede profonda che sicuramente li aiuterà nel loro cammino.
L’intervento chirurgico è stato eseguito da un team di composto da sette medici e diversi infermieri. Un lavoro lungo e complesso che ha richiesto poco meno di quattro ore. Il personale medico in piedi, concentrato sul delicato intervento, mentre la giornalista e la fotografa del New York Times avevano il privilegio di assistere all’evento in sala operatoria, ma a debita distanza, senza toccare nulla, ovviamente, e con indosso camici, mascherine e tutto l’armamentario per non trasmettere microbi.
Assistere ad un intervento chirurgico è sempre uno spettacolo forte, ma la giornalista del New York Times, che peraltro aveva già visto altri interventi, più che essere impressionata dall’operazione era interessata a quello che accadeva in sala operatoria. Gli interventi chirurgici in utero non sono una novità, ma in questo è stata usata una tecnica sperimentale attraverso la quale l’utero è stato tirato fuori dalla pancia della mamma, rimanendo internamente attaccato, e sorretto da alcuni medici mentre gli altri operavano.
L’utero è apparso come una palla rossa fluorescente nella stanza buia, circondato dai camici blu del personale medico. Un’immagine impressionante ma straordinaria catturata con maestria dalla fotografa Béatrice de Géa (come potete vedere nelle foto che vi riportiamo qui).
Gli interventi chirurgici in utero per correggere la spina bifida sono una pratica recente. In precedenza i medici preferivano operare i bambini dopo la nascita, a causa dei rischi eccessivi dell’intervento in utero, scelto solo in presenza di rischio di morte per il feto. Tuttavia, con il tempo e con l’evolversi della pratica di nuove tecniche chirurgiche ha iniziato ad affermarsi la scelta di operare in utero soprattutto per evitare i danni neurologici causati dall’accumulo di liquidi nel cervello che colpiscono i bambini affetti da spina bifida. Infatti, alcuni dei danni al midollo spinale della spina bifida dipendono dall’esposizione al liquido amniotico, che intacca il tessuto nervoso scoperto producendo un effetto tossico che si aggrava con il progredire della gravidanza. Ecco perché i medici, grazie alle nuove tecniche più precise, preferiscono intervenire sulla spina bifida prima della nascita del bambino, con un’operazione chirurgica in utero.
L’intervento, infatti, permette di chiudere l’apertura nel midollo spinale causata dalla malformazione della spina bifida, impedendo il contatto del midollo con il liquido amniotico, che con il passare della gravidanza è contaminato dagli scarti prodotti naturalmente dal feto.In questo modo si evitano o si contengono i danni neurologici.
Questo tipo di intervento è iniziato negli anni Novanta e oggi impiega tecniche più nuove e precise, che riducono i rischi per la mamma.
La spina bifida non si cura, ma molti dei danni che provoca possono essere in questo modo evitati, grazie ai progressi della scienza.
Ed è ciò che sperano la coppia di genitori, il cui tempo scade a gennaio. Vi terremo informati su come procede.
Che ne pensate uninamme? Conoscevate questo tipo di operazioni chirurgiche?
Vi ricordiamo il nostro articolo: Spina bifida e altre patologie fetali operabili prima della nascita
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